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Letteratura

Paradossi del politicamente scorretto: il libraio che non legge le femmine

di Marina Nasi
15 Dicembre 2015

«Di autrici nemmeno una?» 
«Lo confesso, non ne leggo molte», spiega in un’intervista a La Repubblica Marco Bonassi, direttore della Feltrinelli Ravegnana di Bologna, libreria storica e popolarissima del capoluogo emiliano. Fin qui si tratta solo di (discutibili) scelte personali. Poi però c’è il colpo di fioretto, il tocco che oggi nobilita tutto. Come rivendica Bonassi la sua scelta di non leggere donne che scrivono? «Non volevo barare, né fare il politicamente corretto». Ah ecco. Non sia mai. Essere o fare il politicamente corretto è per molti evidentemente uno spauracchio, un peccato di banalità per scongiurare il quale si esalta qualsiasi scelta alternativa, anche la più cretina. Certo, le maschie rivendicazioni di political incorrectness sono il pane quotidiano di certa stampa di destra, il crasso dileggiare la correttezza politica qualcosa che fa sentire molto fichi i commentatori da social network. Però, insomma, dal direttore di una libreria, a sua volta legata a un grosso gruppo editoriale (che di donne, supponiamo, ne pubblica), ci si aspetta qualcosa di più.

Unknown
Sono giustamente insorte alcune scrittici, a partire da Marilù Oliva che riprende con sconcerto le parole del libraio masculo sul suo blog Libro Guerriero e così commenta: «Anche senza ricorrere alla menzogna, noi tutte avremmo preferito che lei rispondesse qualcosa del genere: “Lo confesso, non ne leggo molte (di donne). Ma mi rendo conto che è una mia lacuna e conto di colmarla presto”». Anche Grazia Verasani, come la Oliva concittadna di Bonassi, mette l’accento sull’esibita dichiarazione di ignoranza, grave da parte di un libraio, di un’enorme fetta di letteratura, fatta di molteplici temi e stili e accomunata solo dal sesso si chi la firma: «Bizzarre vanterie del mondo ‘culturale’ di oggi: andare fieri delle proprie lacune». Me nemmeno ci sarebbe da insorgere, in fondo: esternazioni così fanno più tenerezza che paura. Un libraio di Bologna difficilmente influenzerà le masse (anche se è grave che chi vende libri ne ignori volutamente una parte). Ma fa sorridere il paradosso per cui pur di non sembrare politicamente corretto si finisce per sembrare altro. Per esempio, un po’ schiocchino.

diritti delle donne feltrinelli libri
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