Ferrara: “Un trattato per la Medicina d’Ambiente fatto da saperi integrati”

13 Gennaio 2022

È in libreria il Trattato Italiano di Medicina d’Ambiente. In realtà non è e non deve essere oggetto di notizia di stampa perché si tratta di un Trattato scientifico. La pubblica opinione però deve essere informata. Ma nel modo più corretto possibile. Certo, sembra una denominazione editoriale altisonante e addirittura obsoleta anche per chi frequenta le Aule Universitarie. Molti giovani millennial sono abituati alle notizie “ mordi e fuggi” della rete e non leggono più neanche i libri gialli. TV e Rete hanno condizionato la cultura rendendola informazione non formativa con un magma di informazioni frettolose e spesso erronee. Il Trattato, quello su cui si passavano le notti a studiare per mesi, è la base della cultura scientifica, serve a fornire concisioni formative. Senza scoop.

Obiettivo alto. Un po’ presuntuoso, si potrebbe pensare?

Perfettamente d’accordo. Lo sarebbe stato se da solo io avessi scritto un Trattato così impegnativo di quasi mille pagine con 50 capitoli. Ho semplicemente chiamato a raccolta i Colleghi più prestigiosi delle Università Italiane unitamente alla collaborazione della Scuola di Neuropsicologia della Carleton University, diretta dal mio amico e Collega prof. Amedeo D’Angiulli che ha contribuito da scienziato a portarci i dati sui bambini di grandi metropoli a rischio di patologie neurosensoriali a causa dello smog.

Quindi un Trattato a più voci?

Certo! La cifra del Trattato è proprio questa , la multidisciplinarietà che supera gli steccati culturali, creati ad arte per delimitare campi di ricerca. La interdisciplinarietà non si è limitata alle Specialistiche Mediche ma siamo andati oltre nello “ spazio siderale” delle altre Discipline.

Un Trattato che abbraccia più campi dunque?

Infatti! Siamo andati a cercare i migliori esperti nel Campo della Chimica e Fisica con delle Ricercatrici esperte come la prof.ssa Paola Fermo dell’Università di Milano, che ci ha arricchito con le cognizioni più recenti della chimica ambientale sui gas tossici, gli inquinanti del suolo e delle acque come il mercurio. Poi abbiamo chiesto ad alcuni Ricercatori dell’ISPRA, guidati dalla prof.ssa Silvia Brini, le più recenti acquisizioni sull’inquinamento indoor, ossia dentro le case, l’auto, la metropolitana ed ancora ci hanno arricchito sulle “vera” natura del cambiamento climatico. Ed ancora abbiamo esplorato l’inquinamento acustico delle metropoli e quello elettromagnetico

Ci fermiamo dunque alle cause dell’inquinamento?

Per nulla! Siamo arrivati alle parti in cui si chiarisce il nesso causale o patogenetico sull’uomo circa malattie direttamente dipendenti dagli inquinanti, sfatando miti secolari. Infatti tutti pensano che le città più inquinate siano le metropoli e che lo smog corrode i polmoni. Invece per fattori meteorologici le aree più inquinante sono i piccoli centri ove il TPL, trasporto pubblico locale è insufficiente e consente alti livelli di smog che ha come target prediletto il tessuto dei vasi, specie quelli più piccoli,. E difatti uccide per ictus o infarto, nella maggior parte dei casi.

Beh molto interessante e innovativo. Ricorda altre patologie?

Certo. Le sequenze capitolari riguardano le malattie del sangue, i grandi inquinamenti da fissione nucleare civile, le patologie da infezioni urbane e da malaria ed ancora le patologie oftalmologiche da raggi UVA. In un passo ho scritto “…il nostro quotidiano è costellato di sostanze endocrine disruptors che provocano malattie endocrine, patologie della sfera uro-genitale e neurologica; il loro controllo è difficile , salvo invocare la c.d. chimica verde per un cambio di paradigma, non solo ai fini della sostenibilità energetica in fase produttiva quanto nel fornire componenti scevri di nocività per la salute. Ogni giorno si acquistano prodotti contenenti ftalati o ritardanti di fiamma quali additivi nelle materie plastiche;  quindi le Malattie d’Ambiente non sono solo quelle legate ai gas nocivi ma anche alle materie di uso comune ed appaiono totipotenti nell’esercizio patogenetico e nessun organo o sistema biologico può ritenersi indenne.”

I rimedi quali potrebbero essere?

Non lo sappiamo ancora, tessuti  miracolistici per le politiche pubbliche sono difficili da tessere, comunque il riassetto urbanistico delle città  e della mobilità parte da questo Trattato con i Capitolo del Prof. Tira, Rettore di Brescia e Presidente degli Urbanisti Italiani che, con il Prof. Rotondo, ha delineato un nuovo percorso urbanistico urbano più accettabile o sostenibile. Riscaldamento e Cappa di calore sono i grandi drammi urbani che evocano i fenomeni uragano idi con tendenza alle alluvioni ma non dobbiamo dimenticare i poderosi incendi da desertificazione del territorio rurale né il consumo abnorme di suolo per cementificazione.

La transizione ecologica passa da nuovi piani di mobilità. Ci avete pensato?

Ci abbiamo pensato e dunque scritto i Capitoli 41 e 42 nei quali è fotografata la transizione ecologica attraverso quella motoristica, il passaggio dall’auto a motore termico a quello elettrico, transizione, ancora incerta e irta di ostacoli per la sostenibilità della rete elettrica, che potrebbe non essere adeguata alla domanda energetica.

Mi ha detto che era multidisciplinare. Che hanno detto gli esperti giuridici sui reati ecologici e ambientali, sia quelli degli apparati industriali sia quelli più vicino a noi, nelle nostre case?

Ovviamente abbiamo coinvolti i massimi esperti giuridici sull’argomento, dal Prof. Domenico Ielo al Dr. Guariniello, alla Scuola di Diritto Costituzionale dell’Università di Genova. Dai loro contributi è emerso che se i Padri Costituenti italiani hanno scritto l’art. 32, affermando il diritto alla salute come irrinunciabile e assoluto, oggi è l’Europa, con i suoi Trattati a riscrivere detto rapporto sempre più condizionato dall’ambiente. Ne è esempio l’art. 191 del Trattato di Funzionamento dell’UE (TFUE) che recita un atto di congiunzione strettissima sul tema. La scienza Giuridica ha fatto grandi passi verso questa sinfisi tra ambiente e salute, molto più della Medicina. Ma poi è emerso, il lettore se ne accorgerà alla fine della lettura, ancorchè stremato dalle 900 pagine, che questo volume fa transitare la Medicina Interna, riferita al singolo paziente, quasi totalmente verso al Medicina Interna delle Comunità che sono afflitte dal medesimo inquinante.

Insomma un articolato molto difficile da leggere in fretta, chi lo leggerà?

Beh noi siamo conviti di aver prodotto un tassello scientifico che possa assicurare formazione ad una readership di studenti specializzanti di almeno 5 discipline: Chimica Ambientale, Fisica e Biofisica, Clinica delle malattie da Inquinanti in diversi settori specialistici, Urbanisti, Ingegneri – basti pensare ai capitoli delle scelte urbanistiche e al capitolo 39 sulla Sindrome dell’Edificio malato, giuristi, giovani magistrati, ma soprattutto agli Amministratori pubblici perché il riferimento tra malattia, ambiente e responsabilità collegate è continuo, diffuso in tutto il volume che inizia con un verso dell’Inferno per indicare in quale condizioni siamo adesso.

Come ha reagito la politica?

R Ah, nel modo più ovvio. Si è chiusa in sé stessa e non ha risposto agli appelli di un confronto. Abbiamo bussato a tutte le porte, ma invano, almeno per ora. Del tutto comprensibile perché, come noto, si parla di “sostenibilità” in modo vieto e scontato e non si conoscono i numeri e la realtà scientifica che ne è il pabulum naturale. Il fatto che l’Agenda Politica abbia sottaciuto il Trattato ci rende ragione della giustezza dei nostri assunti e dell’insussistenza dei cosidetti ambientalisti che al di là dello “scioglimento dei ghiacciai” e del “cambiamento climatico” non conoscono altri termini. Il nostro lavoro proseguirà sotto forma del Tomo II, Parte Speciale dedicata alla Oncologia ambiente-correlata, alle malattie degenerative specie dell’anziano che tanto limitano la qualità di vita degli ultraottantenni e agenari ( V età), alle nuove prospettive dell’energia ( idrogeno e energia magnetica) proposte dalla Scuola del Politecnico di Milano, fino alle prospettive di una migliore prevenzione del danno in ossequio all’art 191 del TFUE. Il nostro gruppo si chiamerà Health and Environment Consensus 191 appunto, ed avrà una struttura adeguata e operativa scientificamente.
Insomma, parafrasando von Clausewitz, “ l’ambiente è troppo importante per lasciarlo in mano agli ambientalisti”.

 

TAG: Aldo Ferrara
CAT: Medicina

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