House of Drugs, pur di risparmiare ci daranno il “placebo terapeutico”

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26 Maggio 2016

Negli anni 2000 la battaglia dei consumatori verso i farmaci griffati contribuì alla rivalutazione dei farmaci generici, quelli cioè che contengono lo stesso principio attivo dell’omologo griffato ma costano molto meno essendo privi di alcuni passaggi (prove di efficacia e di tollerabilità) che invece il farmaco griffato o brandizzato ha superato. Tuttavia, sulla base di uguaglianza del principio attivo, della forma farmaceutica, della dose e della via di somministrazione, si presuppone che anche l’effetto sia identico e pari l’efficacia terapeutica e di tollerabilità.

La svolta successiva arriva nel marzo 2016 con la Determinazione AIFA[1] volta ad autorizzare l’impiego di farmaci terapeuticamente equivalenti anche se il principio attivo è diverso e pertanto definibili similari. Così facendo, l’AIFA attuerebbe il taglio della rimborsabilità per circa 1.700 farmaci con regime di distribuzione ospedaliera e circa mille i medicinali territoriali.

Rispetto al generico, il similare può contenere anche un principio attivo diverso anche se è un prodotto con “profilo rischio-beneficio sovrapponibile”. Ciò consentirebbe di escludere prodotti più onerosi che rientrino nella c.d. “classificazione ATC di 4° livello”. Di primo livello sono i farmaci per il sistema nervoso centrale, il secondo gli psicoanalettici, il terzo tutti gli antidepressivi, al quarto gli Antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). In totale 38 prodotti diversi, dalla Seretralina (Zoloft, Tatig, Tralisen) all’ Escitalopram (Cipralex, Entact). Il farmaco a più basso prezzo di questi resterà mutuabile, (AIFA, determinazione “458” del 31 marzo 2016.

Mentre “griffato” e “generico” avevano almeno lo stesso principio base, resta ancora da verificare su grandi numeri statistici l’equivalenza terapeutica tra farmaci diversi.

Quel che resta sconosciuto è il diverso grado di accettazione e tollerabilità da parte del paziente che si vedrà costretto a lasciare un prodotto cui è ormai avvezzo per un altro da sperimentare sotto il profilo terapeutico, degli effetti collaterali e della risposta metabolica.[2]

In pratica la politica di difesa della spesa subisce vari passaggi, dal griffato al generico ed adesso al similare con buona pace del paziente che può essere intollerante ai similari ma poco importa, pur di risparmiare sulla pelle di qualcuno. A quando il “Placebo Terapeutico”?

[1] AIFA 31 marzo 2016. Riforma della determinazione recante “Procedura di applicazione dell’articolo 15, comma 11 ter, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi al cittadini nonche’ misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario} convertito con modificazioni nella legge 7 agosto 2012, n. 135 e S.M.I”.
[2] Dal Volume di A. Ferrara “ Quinto Pilastro, il tramonto del Sistema Sanitario Nazionale, Bonfirraro Editore, in press, pagg 92-93

 

 

 

TAG: Ministero Salute, Spesa Farmaceutica
CAT: Medicina, Sanità

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