Partigiano , Sindaco, ma soprattutto Uomo: Aldo Aniasi

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25 Aprile 2015

Contaminato da celebrazioni, ormai di maniera e fin troppo rituali, il 25 aprile resta anniversario unico ed immancabile di una memoria antifascista che oggi deve essere più che mai viva ed  il ricordo  vada ad un  Partigiano e Politico che ha contribuito a ricostruire Milano e poi ha servito il paese da Ministro.

È il decimo anno che Aldo Aniasi “Iso” non commemora la Festa del 25 aprile dal palco di Milano nella veste di Presidente della Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane. Uno dei tanti che hanno fatta la resistenza sulle montagne, lui era nell’Ossola, e che se ne è andato. Voglio ricordarlo per l’affetto indelebile che mi ha legato a questa Figura di Amministratore e Politico di straordinaria umanità, signorilità e competenza.

 

Aldo Aniasi, Sindaco di Milano dal 1967 al 1976, partigiano nelle Brigate Garibaldi della Val d'Ossola

Aldo Aniasi, Sindaco di Milano dal 1967 al 1976, partigiano nelle Brigate Garibaldi della Val d’Ossola

 

Fu per i milanesi e soprattutto per gli immigrati a Milano un punto di riferimento sicuro, lui che era di origini calabresi , pur essendo nato a Palmanova dove era stato trasferito il padre. Aveva anagrammato il suo nome, così divenne Iso nelle Brigate Garibaldi della Val d’Ossola. Consigliere comunale, assessore nelle giunte di Milano degli anni Cinquanta, fu poi Sindaco dal 1967 al 1976. Quell’anno fu eletto alla Camera, per il PSI, nel Collegio Milano-Pavia con un plebiscito di voti. Ministro della Sanità dal 1981 all’83, poi riconfermato alle Regioni, Vicepresidente della Camera dal 1983 al 1994, fu deputato di Milano per ben 5 legislature ininterrotte fino al 1994. Sarebbe riduttivo ricordarlo solo come uomo politico, Iso fu molto di più. Fu sostanzialmente un grande Servitore della sua Città prima e dello Stato dopo. Aveva altissimo il senso delle Istituzioni e lo dimostrò nelle cinque legislature trascorse in Parlamento, apprezzato e stimato da tutti. Fu Sindaco-simbolo di Milano, attento a sviluppare le nuove potenzialità della città in pieno boom economico, la razionalizzazione dei piani di sviluppo, anche urbanistico, della città, fu, in breve, il sindaco delle masse popolari.

Ma fu anche il Sindaco che dovette far fronte alla emergenza criminale, la cosiddetta “strategia della tensione” che iniziò con Piazza Fontana e sfociò nelle uccisioni di agenti, compagni ed anche esponenti dell’estrema destra. Tenne bene la barra del percorso democratico della città che non dimenticò mai i suo acume amministrativo e la sua lungimiranza. Da Sindaco e poi da Ministro della Sanità intuì le difficoltà di rendere attuativa la Riforma Mariotti per una efficiente sanità pubblica ed il ruolo del sovvertimento ambientale nel degrado urbano e, con il mio modestissimo contributo, prese provvedimenti legislativi atti a tutelare il lavoratore a rischio esposto agli inquinanti. Una lungimiranza politica che oggi meriterebbe di essere rivisitata.

A ben guardare non fu uomo di partito più di quanto non sia stato uomo del “suo” popolo milanese, non solo popolo di sinistra ma di tutti. Di Iso mancherà il suo buon senso in politica, l’attenta osservazione dell’amministrazione, la vera applicazione, nei fatti, del “Buon Governo”, e, nei rapporti personali, la intelligente considerazione delle istanze altrui, ascoltava sempre prima di dire la sua. A noi compagni che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo e stargli vicino, mancherà il sorriso sempre dispiegato ed il consiglio che non è mai mancato. Addio Iso con tanto tanto affetto

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CAT: Milano, Storia

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