Haute Couture: a Parigi va in passerella l’eterno sogno al femminile

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26 Gennaio 2024
Durante le sfilate dell’ alta moda francese per la primavera-estate 2024, Schiaparelli parla una lingua ultraterrena e futuristica, Maria Grazia Chiuri per Dior, disegna l’eleganza discreta così come Giambattista Valli che sceglie un’allure floreale. Mentre Chanel, celebra la leggerezza dei pizzi e dei tulle per una donna che danza sulle ali della vita. Successo per Re Giorgio Armani che incanta ancora con la sua collezione Armani Privè intonando un inno ad osare per ricominciare sempre e ad ogni età. E Pierpaolo Piccioli che riserva gli applausi del pubblico in sala a tutto lo staff della sartoria, confermando la sofisticatezza dello stile Valentino, sinonimo di classe indiscussa

 

 

Parigi– A conclusione di questo primo mese del 2024, a Parigi, vanno in scena le consuete sfilate di Haute Couture femminile per la prossima primavera-estate. Si parte con Schiaparelli Haute Couture che porta in passerella la sete di abbracciare una dimensione ultraterrena. Daniel Roseberry, trae spunto dagli studi dello scienziato Giovanni Schiaparelli, zio di Elsa Schiaparelli e direttore dell’Osservatorio di Brera a Milano, al quale si attribuiscono importanti scoperte per ciò che riguarda il Pianeta Marte. Per questo, il nome “Schiaparalien” per la collezione, corrisponde all’idea di una prospettiva “marziana” che però non smarrisce il concetto di semplicità che va a mischiarsi con l’alta moda. Ed ecco bandane, stivali da cowboy ed acconciature intrecciate tra lo stile texano e quello gitano, mixati con borse gioiello che regalano al pubblico istantanee artistiche molto suggestive. 

Maria Grazia Chiuri presenta la collezione primavera-estate 2024 dell’haute couture di Dior al Musée Rodin di Parigi. E sulle pareti, l’installazione “Big Aura” dell’artista Isabella Ducrot.

I vestiti divengono vere e proprie sculture, con gonne che ruotano e mantelle di piume, ma anche bustier seducenti e scolli che valorizzano le forme. Abito di punta che si ispira a “La Cigale” della collezione haute couture autunno-inverno 1952, in moiré, monocromato e ad onde.

Da Chanel Haute Couture, invece, Virginie Viard disegna abiti che vengono dall’universo della danza e si compongono di tulle. Un tessuto che copre ma scopre al contempo, si lascia vedere ma è quasi intoccabile. Proprio come lo aveva inteso mademoiselle Coco quasi un secolo addietro.
“Penso spesso alla danza, è un tema importante per la maison, che è vicina alle sue istituzioni, ai suoi coreografi e ballerini, oltre al fatto che creiamo costumi per il balletto. Ho cercato di riunire la potenza e la finezza dei corpi e degli abiti in una collezione molto eterea, composta da tulle, volant, plissettature e pizzi”, commenta la direttrice creativa. Dunque sotto gli inconfondibili ed iconici blazer, ecco strati di tulle e gonne e tubini in tweed e pizzo con baveri dalle evocazioni di altri tempi. Questo tono magico lo si nota anche sui piumini sempre di tulle ricamati con fiori di tessuto, con cappucci importanti ed ai piedi: via le classiche ballerine e largo al tacco per far svettare la figura.

Filles en fleur“, la collezione N°26 del couturier italiano Giambattista Valli che si conferma come un punto fermo dell’alta moda. Si canta la natura forza motrice di ciò che ci circonda. I volumi, impalpabili, resi svolazzanti dal tulle sanno di fiori e meraviglia che abbraccia e rassicura, illuminando. Rose fresche per le acconciature, che possono essere tranquillamente adattate per le spose. Una ispirazione, quella alle donne che pensando al matrimonio, ricalcata anche dal body di seta con scollo di rose bianche con cui si apre lo spettacolo. Fiori freschi per le capigliature create da Pier Paolo Lai, hair stylist, che raccolgono i capelli o li lasciando fluire come fiumi in piena, con ciglia di piume ad opera della make-up artist Karin Westerlund.  La sfilata si chiude con Chu Wong, in l’abito da sposa Davika in tulle.

 

 

Re Giorgio Armani incanta ancora una volta il mondo con la sua collezione Armani Privé che ripercorre 19 anni di successi dal lancio della linea di alta moda femminile e ne riscrive il coraggio di osare sempre e ad ogni età

 

 

Ad 89 anni, Giorgio Armani, presenta la collezione “Couture en Jeu” per un’ alta moda che compendia quasi un ventennio di grandissimi successi della linea Armani Privè, dal lontano 2005 fino ad oggi.

“Ogni capo è una storia: forma, volume, colore. Ho concepito la collezione in modo che la bellezza che emana attiri l’attenzione e distolga dalle brutture delle guerre che si stanno combattendo intorno a noi”, spiega Armani dall’incantevole location di Palais de Tokyo, dando a tutti , ancora una volta, la conferma di essere saldo al comando del suor regno di genio creativo, giurando di non aver fatto vedere a nessuno i modelli, se non nella mattina prima dello show.
94 capitoli, cioè una creazione che incarna una donna diversa, proprio perché “ho voluto parlare a tante donne diverse, perché volevo dare coraggio, trasmettere la sensazione che possiamo andare oltre“, un modo per sdoganare il pensiero unico. C’è tanto Oriente sulla passerella dello stilista piacentino, nei colori, nelle commistioni di tessuti e ricami magistralmente create che si irradiano in preziosissime stampe, e evanescenti distillati di oro e affini. Ecco Re Giorgio che non ti aspetti, capace di donare al pubblico la sua immagine più camaleontica, così come il tratto della sua matita sacra che intona un inno ad osare con una collezione che ha voluto- come afferma lui stesso- “prendere l’alta moda per le corna“. Lo stesso titolo Haute “Couture en Jeu”, sta a significare un modo nuovo di ridefinire l’alta moda.

Come non rimanere ammaliati da una femminilità sprigionata nei bustier ricamati, vestiti interamente realizzati in pizzo, i pantaloni in seta che cadono morbidi per avvolgere ed annodarsi poi intorno alle caviglie o le giacche lunghe, ed i preziosissimi kimono indossati come una vestaglia, con stampe floreali maestose e delicatissime al contempo. Rosa, verde pastello, fucsia e blu notte e royal a conferire regalità all’occasione. Anche le acconciature sprizzano libertà e voglia di trasgredire con trecce lunghe e luccicanti per donare una morbida quanto necessaria leggerezza.
Insomma per citare la famosa canzone di Charles Aznavour, Giorgio Armani sembra proprio aver detto al mondo…”Io sono un istrione…Ma la genialità è nata insieme a me. Nel teatro che vuoi… Dove un altro cadrà, io mi surclasserò…” .

E la standig ovation finale sta a dimostrare che il suo ruggito è ancora forte e meritevole di reggere tutto il peso di una corona con incastonati 50 anni di successi immortali.

Pierpaolo Piccioli, per Mason Valentino, porta in passerella la collezione haute couture denominata “Le Salon“, dove al termine dello spettacol, riserva tutti gli applausi per tutto lo staff della sartoria che sfila dopo le modelle. Spazio a trasparenze che lasciano contemplare il corpo nella sua nudità artistica. Pizzi delicatissimi e pregiati neri che conferiscono mistero e seduzione, pefino intorno agli occhi o poco sotto la fronte come una sorta di codice di comunicazione della femminilità pronta a donarsi al mondo. Piume, completi dorati ed accecanti, velluto nero, abiti brillanti di un rosso tipicamente valentiniano ed una alta moda tutta da portare con semplicità e disinvoltura anche quando ci si ritrova a frequentare salotti importanti o quando li si sfiora per caso.

 

 

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Maison Valentino

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Chanel

Chanel

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Giambattista Valli

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Armani Privé

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Schiaparelli

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Dior

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CAT: Moda & Design, Parigi

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