‘The Dark Side of The Moon’ festeggia i suoi 50 anni tra mito e realtà

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1 Marzo 2023
I Pink Floyd con cinquanta milioni di copie vendute e 950 settimane trascorse nella Billboard 200 hanno fatto la storia del rock mondiale di tutti i tempi. Il ricordo dell’album dei record

 

 

 

I Pink Floyd celebrano i cinquant’anni di uno dei  più grandi capolavori della musica mondiale di tutti i tempi, uno sciame di emozioni che supera il rock sublimandolo: “The Dark Side Of The Moon”.

Era il primo marzo del 1973, quando la band inglese sfornò, donandolo all’umanità, un concentrato di genio e sregolatezza a suon di musica. “The Dark Side of The Moon”, contiene una miriade di elementi combinati magistralmente tra loro. Eccellenza di tecnologia, art design, e matrice visionaria che ha sempre posto i Pink Floyd, una spanna sopra il resto del mondo. Grazie al prezioso contributo del graphic designer inglese George Hardie, di Storm Thorgerson e Aubrey Powell dello studio Hipgnosis, la copertina simboleggia un fascio di luce candida che, attraverso un prisma, sprigiona i suoi colori natali come il rosso, l’arancione, giallo, verde, blu e viola. Nella stessa copertina, proprio il raggio di luce rappresenta il battito cardiaco che corrisponde all’incipit dell’album.

Un disco che canta, come sempre, temi dalla profondità e denuncia sociale fuori dal comune: la tirannia del potere, l’oppressione e lo smarrimento, la perdizione come per il “Crazy Diamond” dedicato all’amico fraterno e voce storica del complesso Sid Barret, intrappolato nelle insidie mortali di una mente fragile, e ancora la corruzione, il denaro, la forza corrosiva del tempo.

La storia che riguarda un simile capolavoro culturale e artistico, non poteva che aver incontrato e vissuto complicazioni molteplici, frutto di fraintendimenti comuni tra gli uomini.

Fu Alan Parson, ingegnere del suono, autore della registrazione in quadrifonia, una tecnologia epocale per il 1973, a ritrovarsi a lavorare molto spesso da solo nello studio di registrazione, perché, per esempio, Roger Waters, una delle anime del gruppo, era più intento a guardare le partite dell’Arsenal, sua squadra del cuore, o altre passioni collaterali alla musica che Gilmour e compagni , tra una litigata ed un’ altra, non accennavano ad abbandonare. Alan Parson, in virtù dello straordinario lavoro di ingegneria sonora realizzato, ricevette anche una nomination al Grammy, sebbene il suo rapporto con i Pink Floyd si deteriorò irrimediabilmente, tanto da indurlo a proseguire da solo la sua carriera musicale, ad ogni modo, come assoluto protagonista degli anni ’70 e ’80, con il nome di Alan Parson Project.

Oppure, le battaglie legali legate alla storia di “The Great Gig In The Sky”, quando fu immessa una voce femminile per eseguire il brano. La scelta ricadde sul nome di Clare Torry, una vocalist da studio di registrazione ventenne, che fu liquidata con 60 sterline dopo un paio di sessioni registrazione. Post pubblicazione dell’album, la ragazza apprese che il suo nome faceva parte dei credits discografici. Una vicenda andata in scena nei tribunali, fino al 2005, quando una sentenza le ha riconosciuto il 50% dei guadagni mancati, e della proprietà del brano. E tanti altri aneddoti connessi inscindibilmente con capolavori indiscussi come “Money”, “Us in them”, ecc.

Nonostante sia trascorso mezzo secolo, l’aurea mistica e potenza creativa di cui si compone l’album, sembra non subire gli effetti del tempo, anzi, appare rafforzare la sua bellezza, anno dopo anno. I Pink Floyd, sono stati e continuano ad essere colonna sonora delle nostre vite, essendo a loro modo, tutti, dei diamanti pazzi che risplendono nell’etere della nostra anima e dell’immortalità.

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CAT: Musica

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