Lettera aperta a un leghista foggiano

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2 Novembre 2018

Gentile Joseph Splendido,

fino a qualche giorno fa ignoravo la sua esistenza; ieri l’altro mi sono imbattuto per caso nel suo profilo Facebook. C’era un video dell’incendio che qualche giorno fa ha colpito il ghetto di Borgo Mezzanone, uno dei luoghi in cui una concezione feudale dei rapporti di lavoro – Fabrizio Gatti parlava semplicemente di schiavitù – costringe a vivere i lavoratori africani delle campagne della Capitanata. Baracche di lamiera e legno che spesso vanno a fuoco, come è successo lo scorso anno al Gran Ghetto di Rignano, dove sono morti tra le fiamme due braccianti del Mali, mentre ad agosto dodici braccianti hanno perso la vita mentre tornavano dal lavoro in uno dei tanti furgoni privi dei requisiti minimi di sicurezza con i quali il caporalato gestisce gli spostamenti dei lavoratori-schiavi. L’incendio dell’altro giorno ha fatto diversi feriti, alcuni gravi. Sul suo profilo lei ha commentato così: “La nostra Puglia continua a subire l’onta dell’illegalità e dell’immigrazione clandestina”. Ha ragione. E’ motivo di vergogna che esistano clandestini, e che siano costretti a vivere in baracche che vanno a fuoco. Ho qualche dubbio però sul fatto che si tratti di qualcosa che la Puglia subisce. Ma vorrei parlarle di un’altra cosa.
Ho letto i commenti al suo post, e ne sono rimasto sconvolto. Più di tutti mi ha colpito la signora T. Un aspetto rassicurante, l’aria bonaria della signora di quartiere, cui affideresti i tuoi bambini. Ha commentato così il video: “Speriamo che bruciano anche loro”. Dello stesso avviso il signor M.: “Io vi bruciavo vivi”. Il signor E. tira un sospiro di sollievo: “Finalmente“. Il signor G., libero professionista: “E’ ora di fare pulizia in casa nostra“. Il signor G. dice: “Fate la pipì sopra così sapete dove andarla a fare”. Eccetera.
Dico eccetera, signor Splendido, perché non ce la faccio. Ho passato tutto il pomeriggio con un groppo in gola, l’altro giorno, ed ora che ho dovuto rileggere provo la stessa sensazione: angoscia, tristezza, delusione.
Ci sono alcune convinzioni minime che ci permettono al mattino di alzarci e di affrontare la vita. Una di queste è la fiducia di base negli altri. Il sapere che se cadrai per strada, ci sarà qualcuno che ti aiuterà a sollevarti. Avere fiducia nel fatto che, anche se nella vita siamo in competizione, c’è una solidarietà minima, immediata, quasi inconscia, che scatta quando l’altro è in pericolo. Una solidarietà senza la quale la vita sarebbe un inferno. Tutto ciò che scalfisce questa solidarietà minima ci suscita orrore, raccapriccio, scandalo. E’ l’orrore che proviamo di fronte ad Auschwitz. Ed è lo stesso orrore che ho provato leggendo quei commenti. La donna comune che si augura che delle persone che sono rimaste ferite in un incendio brucino vive. Il padre di famiglia che vorrebbe dar fuoco alla gente. L’altro che vorrebbe pisciar loro addosso.
Soccorrere chi è in pericolo, essere in ansia, dispiacersi se l’altro essere umano rischia di morire: è l’abc della nostra vita morale. Un pensatore che amo molto, Aldo Capitini, diceva: “La mia nascita è quando dico un tu”. E’ quando riconosco l’altro che nasco. Nasco come essere umano, come soggetto morale, come membro di una comunità. In quelle parole sul suo profilo non c’è solo un disperante analfabetismo morale. C’è la morte. Non la morte augurata alle persone rimaste ferite in quell’incendio. C’è la morte di chi parla, di chi scrive, di chi augura. C’è la morte dell’umanità, il ridursi a nulla, lo svanire in un nichilismo disperante che trasforma esseri umani in larve.
E poi c’è lei, signor Splendido. Politico leghista foggiano. Fino a qualche tempo fa l’espressione leghista foggiano sarebbe apparsa  come un ossimoro, mentre oggi può vantare i ventiquattromila e passa voti presi in provincia di Foggia. E sia. Ma in quanto politico, lei deve render conto. Leggo che si definisce cristiano, e che fa l’avvocato. Non le chiederò conto della compatibilità del suo esser cristiano con quelle parole. Molti credono che il cristianesimo sia la religione dell’amore, io credo che vi sia molto più odio che amore anche nel Vangelo. Per cui sì, lei può definirsi cristiano e accogliere sul suo profilo l’odio più atroce. Mi chiedo piuttosto come sia possibile che un avvocato possa mantenere sul suo profilo delle parole che rappresentano palesi violazioni del Codice Penale. Perché anche se c’è la Lega al governo, nel nostro paese l’istigazione all’odio razziale resta un reato punibile con la reclusione fino a quattro anni. Ma soprattutto devo chiederle conto come politico. Politico è chi si prende cura della polis, della comunità. Della sua crescita, del suo sviluppo o, per dirla con Pasolini, del suo progresso. Sappiamo che non c’è progresso che non passi attraverso l’umano. Rendere le persone migliori è il primo obiettivo di una politica autentica. Sono persone migliori che costruiscono una economia migliore, una società migliore, una democrazia migliore. E dunque le chiedo: in che modo quell’odio nichilistico, quell’odio da Ku Klux Klan che ho trovato sul suo profilo Facebook, si concilia con la sua pretesa di essere un politico? Perché, di fronte a quelle atrocità, non ha detto una sola parola, ed ha invece distribuito quale a là i suoi compiaciuti “mi piace”? Cosa sta facendo, signor Splendido, alla comunità che pretende di rappresentare?

Le faccio queste domande perché ho davvero bisogno di capire. In politica c’è la destra e c’è la sinistra. E’ giusto che sia così. Posso non condividere le idee di destra, ma fanno parte del gioco democratico. Ma questo odio da Ku Klux Klan non c’entra nulla con la nostra democrazia. E’ al di là della dialettica tra destra e sinistra. E’ una barbarie assoluta che rischia di travolgere tutto. E chiunque si occupi di politica ha il dovere di fare tutto il possibile per combatterla.

Nell’immagine: Joseph Splendido e Matteo Salvini (http://www.immediato.net).

TAG: Foggia, Joseph Splendido, lega
CAT: Partiti e politici

4 Commenti

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  1. beniamino-tiburzio 5 anni fa

    Antonio Vigilante, ma che belle parole ! Peccato che siano proprio queste belle parole ad aizzare la canea che lei vuole contrastare.

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  2. naciketas 5 anni fa

    Ed esattamente perché?

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  3. cantelmo19 5 anni fa

    leggendo questo pseudo articolo mi giunge l’ennesima conferma dell’esistenza di persone che per un motivo o per l’altro , dinanzi a certi temi non riescono proprio a capire i motivi e le ragioni che stanno alla base di determinate considerazioni. Purtroppo tocca prender sempre atto che vi son limiti ideologici assolutamente invalicabil e non c’è verso di far superare a qualcuno i confini che impediscono la comprensione di un malessere che in quanto non compreso, viene solamente biasimato da quel qualcuno che probabilmente si ritiene parte di un’elite superiore e titolare di una coscienza infallibile, intaccabile e pulita a prescindere dalle azioni. Io fortunatamente non faccio parte di quella ottusa classe paralizzata dai paradigmi e mentalmente serrata nel recinto dei princìpi. Sicchè ora nemmeno sto a dare spiegazioni in quanto sarebbe come parlar a dei sordomuti.
    Comunque mi limito a dire all’autore di codesta lamentela sociale , che pone un tanto banale quanto superficiale parallelo con il Ku Klux Klan, che prima di limitarsi a stigmatizzare certe frasi che offendono la sua tranquilla sensibilità borghese, dovrebbe fare lo sforzo di calarsi perlomeno 5 minuti nei panni della signora. Allora forse (ma non è detto) comincerebbe a “capire” leggermente lo stato di saturazione e di esasperazione che portano a dire determinate cose. Io utilizzo spesso treni regionali di seconda classe , sporchi e maleodoranti anche a causa della presenza di immigrati che, essendo clandestini , non han possibilità di lavarsi regolarmente o probabilmente non ne son avvezzi per via dello stile di vita intrapreso. Aldilà dell’olezzo, comunque fastidioso, ho potuto accertare comportamenti costantemente molesti come parlar ad alta voce disturbando i presenti , muoversi in modo frettoloso e continuo provocando stress a chi vorrebbe rilassarsi. Risparmio la morale sul mancato pagamento del biglietto in quanto si trattasse esclusivamente di questo, mi darebbe fastidio relativamente e tuttavia ad altre persone scoccia non poco pure codesto fattore. Comunque a parte il titolo di viaggio, ha rilievo un atteggiamento di fondo abbastanza riprovevole tenuto da non pochi migranti. Mi trovavo sul MIlano-Brescia con un amico e assistemmo ad un breve e ridicolo siparietto fra il capo treno ed un negro piuttosto robusto. Premesso che non nutro la minima simpatia per i controllori , debbo dire che stavolta non era possibile dare torto al capotreno nel contesto specifico di cui ero spettatore nonchè osservatore della più che evidente maniera con cui l’africano tentava di prendersi gioco del controllore pur di non pagare il biglietto. Fingeva di non sapere la stazione da cui era salito e continuava a dire località a caso fino al punto di tirar fuori un nome palesemente inesistente. Ripeto di non voler prender le difese del controllore ma in quella circostanza ognun di noi si sarebbe oggettivamente sentito preso in giro , ancorchè dalle parole , dalla costante risata e dulcis in fundo, quando il capo treno gli ha fortunatamente fatto pagar il biglietto, il nero ha aperto un portafogli che straboccava di banconote da 50 e 100 euro , nonostante non volesse pagar il biglietto e qualora il controllore non fosse passato, l’africano con il portafogli molto più ricco del mio, avrebbe viaggiato gratis. La questione comunque trascende il tema del biglietto e si sposta nella costante dell’insieme comportamentale proprio di codesta categoria di persone. Vi lamentate che la gente sia dura nei loro confronti ma ora vi chiedo :”cos’han fatto questi africani per rendersi alla gente simpatici o per farsi voler bene ?”

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  4. naciketas 5 anni fa

    [1] Sensibilità borghese un par di palle. Sono nato in un basso di 34 metri quadri nel quartiere del Carmine, a Foggia, figlio di un operaio.

    [2] Oggi a Foggia è l’anniversario dell’omicidio di Giovanni Panunzio, un costruttore ucciso dalla mafia perché si era rifiutato di pagare il pizzo. Quello che rende impossibile la vita a Foggia è la mafia, che distrugge ogni attività economica e rende feroce lo stesso vivere civile. Ma di mafia non si può parlare. Meglio prendersela con i neri.

    [3] Lei usa la parola “negro” e dice che i “negri” puzzano e sono disonesti. Lo farò presente a K., una delle mie migliori studentesse, che vuol fare filosofia alla Sorbona. E’ giusto che sappia che al mondo esiste gente come lei, che farà di tutto per distruggerle la vita.

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