Le pmi non riescono a trovare personale specializzato in nuove tecnologie

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26 Novembre 2021

Il divario tra domanda e offerta resta ampio. L’83 percento delle piccole e medie imprese cerca personale con competenze nuove, digitali, 4.0 e tecniche ma non lo trova. Un trend manifestatosi lungo tutto il triennio 2019-2021 che, secondo il Market Watch PMI realizzato da Banca Ifis, è confermato anche per i prossimi due anni.

Le imprese però cercano anche persone che abbiano anche la capacità di lavorare in team, essere flessibili, risolvere problemi. Banca Ifis nel 2020 ha erogato oltre 37 mila ore di formazione tecnica e soft skill proprio per risolvere il problema.

Il dato positivo è che il clima di incertezza generato dalla pandemia ha scoraggiato nello scouting solo il 10 percento delle pmi che ammette, tra l’altro, che tra i freni c’è soprattutto la difficoltà di trovare a mercato le skill richieste.

In generale, oggi il 59 percento delle pmi dichiara di aver bisogno di nuove competenze legate alle tecniche di produzione specifiche per il proprio settore; il 28 percento di collaboratori in grado di gestire soluzioni digitali; il 26 percento di profili amministrativi e il 24 percento di soggetti specializzati nell’industria 4.0. Per l’8 percento, infine, sono necessarie risorse esperte nell’area Smac (social, mobile, analytics, cloud).

La richiesta di conoscenze specifiche non è destinata a esaurirsi nel breve periodo. Nel prossimo triennio, le figure esperte di tecniche produttive rimarranno le più ricercate (42 percento), seguite da quelle che possono contare su competenze digitali e 4.0 (entrambe al 39 percento). Molto ricercate dalle pmi anche le cosiddette soft skills, ovvero quelle capacità relazionali o di comunicazione in grado spesso di fare la differenza all’interno di un gruppo, e che pesano in media per quasi la metà (45 percento) nel profilo tipo ricercato dalle aziende. Ai primi posti: team working (63 percento), problem solving (52 percento), flessibilità (40 percento) e capacità di comunicazione (38 percento).

Per tutte le imprese la formazione interna è fondamentale per contrastare la veloce obsolescenza delle competenze dovuta al progresso tecnologico. Le aree considerate prioritarie per l’aggiornamento si confermano le tecniche di produzione (52 percento), le abilità digitali (51 percento) e le tecnologie 4.0 (40 percento). Banca Ifis, che vanta un’età media dei dipendenti di 40 anni, eroga la formazione sui canali digitali e sulla piattaforma web Ifis Talent che coordina i processi di sviluppo delle persone, grazie anche a logiche di “continuous feedback”, e integra il processo di onboarding per i neoassunti, guidandoli nei primi tre mesi in azienda.

Puntare sulla formazione, non solo interna, è importantissimo, poiché secondo il report purtroppo più della metà delle aziende che reputa necessarie nuove skill in ambito produttivo non trova il personale ricercato (58 percento), così anche per il 37 percento delle imprese che considera fondamentale la capacità di gestione delle tecnologie 4.0. Anche le abilità “soft” risultano difficili da incrociare, in particolare la flessibilità (40 percento), il problem solving e la capacità decisionale (entrambe al 37 percento), la gestione dello stress (35 percento).

Quasi la metà delle aziende (48 percento) si affida al passaparola e alle relazioni territoriali per trovare le persone giuste, il 41 percento alle società di selezione del personale. Solo il 14 percento attiva collaborazioni con Università e Istituti Tecnici Superiori e il 6 percento si rivolge ai centri per l’impiego.

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TAG: Lavoro, Market Watch di Banca Ifis, pmi
CAT: PMI

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