Iran: picchiata a morte ragazza di 14 anni, a processo oltre 1000 manifestanti

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2 Novembre 2022
Essere uccisa e massacrata per aver strappato una foto di Khomeini. Processare un fiume in piena di gente che si ribella ad una dittatura infernale e pericolosissima. La bomba ad orologeria dell’Iran che sta per travolgere il mondo intero

 

 

 

Parmis Hamnava, a soli 14 anni  è stata picchiata a morte in presenza dei compagni di scuola, mentre le forze di polizia perquisivano i libri degli scolari, dove in un volume della giovane, avrebbero trovato un foto strappata di Khomeini. Dunque, ennesima pozza di sangue innocente, versato nella vana illusione di arginare la rabbia e la determinazione del popolo iraniano, ormai destatosi da anni di sedazione profonda della democrazia.

L’orrore, stavolta, si è consumato a Iranshahr, parte a sud del Paese, stando a quanto riportato dall’agenzia Haalvsh. Il pestaggio sarebbe avvenuto dinanzi alla scolaresca attonita e poco dopo, Parmis, sarebbe morta in ospedale. L’accaduto, risalirebbe ad una settimana addietro, con familiari e testimoni, costretti dalle forze governative a mantenere il silenzio, per poter ottenere la restituzione della salma.

Intanto, il fiume in piena di persone che protestano per le strade di Teheran, ed anche in altre zone dell’Iran, scombina letteralmente i piani autoritari ed intrisi di tenebre degli Ayatollah, tanto da annunciare per bocca della Magistratura nazionale che, oltre 100 arrestati in corso di manifestazioni di protesta, saranno processati, essendosi macchiati di “azioni sovversive”. I capi di imputazione contestati sarebbero: sabotaggio, aggressione e assassinio di agenti di pubblica sicurezza, incendio di proprietà pubbliche, ed altro ancora. Quattro dimostranti, rischierebbero la pena di morte a seguito dei reati per cui sono stati arrestati.

Coloro che intendono scontrarsi con il regime e sovvertirlo sono dipendenti dagli stranieri e saranno puniti in linea con la legge. Senza dubbio, i nostri giudici affronteranno i casi delle recenti rivolte in modo accurato e rapido”, ha affermato Gholam-Hossein Mohseni Ejei, capo della Magistratura iraniana, lasciando intendere che alcuni dei reclusi, potrebbero essere accusati di aver collaborato con governi stranieri.

Queste dichiarazioni giungono dopo la morte di due manifestanti, che sarebbero stati assassinati proprio dalla polizia iraniana. Si tratterebbe di due sedicenni, un ragazzo ed una ragazza, che avrebbero perso la vita rispettivamente nella città di Piranshahr, secondo quanto riportato dal sito curdo per i diritti umani Hengaw, e Sarina Saedi, nella città di Sanandaj, come segnala la BBC.

Critiche feroci sono state rivolte dalle istituzioni iraniane all’indirizzo dell’Occidente, accusato di aizzare le proteste ed ingerire nelle questioni della Repubblica Islamica.

“Hanno creato condizioni improprie che non hanno permesso di ascoltare le critiche espresse in modo pacifico”, ha tuonato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani, reputando immotivati e non rispondenti alla realtà, i fatti che hanno fatto scattare le sanzioni imposte dal Canada e dagli Usa contro Teheran, a causa della repressione durante le manifestazioni, seguite alla morte di Mahsa Amini, uccisa dopo essere stata arrestata perché non indossava il velo in modo corretto.

La replica del cancelliere tedesco Olaf Scholz, su twitter :“Le nostre sanzioni Ue” contro l’Iran sono importanti. Stiamo valutando ulteriori passi. Sono costernato dal fatto che manifestanti pacifici perdano la vita durante le proteste in Iran. Condanniamo la violenza sproporzionata delle forze di sicurezza e siamo al fianco del popolo iraniano”.

Mentre, la band inglese dei Coldplay, durante la tappa argentina del suo tour, ha suonato Baraye, l’inno che i giovani iraniani intonano durante le protesta in onore della libertà, facendo correre velocemente la notizia in tutto il mondo, tranne che in Iran, dove ovviamente, l’evento era coperto da ogni forma di censura. Tuttavia, i ragazzi iraniani, sono riusciti a diffonderlo ugualmente tramite i propri social, aggirando le restrizioni governative.

 

La cronaca nerissima, di una sequela di eventi così tragici e raggelanti, in cui i soccombenti sono esclusivamente giovani donne e uomini in cerca una vita dignitosa in cui poter guardare il cielo senza tenere costantemente la testa schiacciata verso la suola delle scarpe, e la furia paranoica e psicotica di un regime disposto a tutto pur di continuare a comandare, rappresentano una incandescente e potenzialmente catastrofica bomba ad orologeria, destinata a coinvolgere e travolgere il mondo intero, che si trascina già, circondato da polveriere di distruzioni e umanità sanguinante. Allora, la domanda rivolta ai cosiddetti “potenti” ed anche alla gente comune, che possiede uno strumento dal valore inestimabile, qual’é la parola, è : “Mentre Teheran brucia, e con essa tutta la nostra Democrazia, Mondo, Quo Vadis?”.

 

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CAT: Questione islamica, Questioni di genere

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