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Costume

C’era una volta la Romagna delle discoteche

di Gianluca Angelini
20 Gennaio 2024

È stato uno dei ‘templi’ piu’ sacri del mondo della notte romagnola, il ‘Paradiso’. Sul colle di Covignano dominava Rimini e orientava le tendenze in quella striscia di terra, la Riviera, divenuta negli anni Ottanta e Novanta il ‘divertimentificio’ nazionale. Un vero e proprio simbolo – nato all’alba degli anni Sessanta – assurto a icona di un’epoca, quella delle discoteche, sempre più sbiadita e destinata a rimanere nella memoria. Il locale amato da migliaia e migliaia di persone, salite sul colle per ‘vedere e farsi vedere’, a fianco di cantanti e modelle di fama mondiale, stilisti di grido e politici di ogni schieramento, calciatori – da quelli di provincia fino alle superstar come Maradona – e sportivi di ogni disciplina, stelle dello spettacolo tricolore e internazionale, è andato per sempre in archivio, il mese scorso, sotto il peso delle ruspe. Facendo calare il sipario su un’era, l’era delle ‘disco’ – declinate in ogni modo e maniera – che ha marchiato a fuoco, in Romagna, decenni ruggenti. Lontanissimi. Ma che in molti, fors’anche per il tempo che passa e che leviga i ricordi, sembrano rimpiangere. Al suo posto, al posto del ‘Paradiso’, resteranno una targa e ad altri ‘segni’, a indicare il luogo del mito all’interno di un centro per la cultura e l’arte. Una struttura destinata a ospitare eventi, mostre e vernissage, forse concerti sulle ceneri di quella discoteca chiusa nel 2011 e acquistata all’asta, da una società, nel 2018. Ora – ottenuto il via libera alla demolizione lo scorso maggio – l’abbattimento che segue la chiusura di tante strutture, sull’Adriatico e non solo, spazzate via dal declino dell’universo delle ‘sale da ballo’. Sancito, una volta di piu’ , da quelle ruspe che ‘grattano’ dai muri del locale riminese, non solo calce e mattoni ma una stagione fatta di ‘lustrini e paillettes’, di notti che non finivano mai, di mode nate su una pista tra deejay che si ‘sfidavano’, in consolle, di locale in locale. Trascinando sulla Riviera romagnola – in cui persino la segnaletica stradale indicava la via verso il divertimento – milioni di turisti ogni estate. Un’era il cui apice – in quella Romagna che tanto sapeva di California – e’ stato toccato negli anni Ottanta e poi Novanta, con il ‘Paradiso’, meta ‘glamour’ per eccellenza, a competere su quel terreno, dal Colle di Covignano, con le riccionesi ‘Prince’ e ‘Pascia’ appollaiate, insieme al ‘Byblos’ e al ‘Peter Pan’ – altri nomi storici del ‘clubbing’ italiano – sul Colle dei Pini. Meta glamour affiancata, in un territorio ancora ricco di ‘balere’, da proposte di ogni genere con i ritmi nazional-popolari del ‘Bandiera Gialla’, a qualche centinaio di metri di distanza, nato dalla fantasia del produttore ‘Bibi’ Ballandi, a quelli rock del ‘Velvet’, alla musica elettronica dell”Echoes’. Dai ritmi ‘Reggae’ della ‘Mecca’, alle note commerciali dell”American Discoroller’ – che, in pieni anni Ottanta, permetteva, a Riccione, di ballare in pista con i pattini a rotelle – o dello ‘Snoopy’ che, nella Perla Verde, pubblicizzava le sue serate con un gruppo di musicisti a suonare su un cassone di un pick-up e al pianoforte un giovanissimo Vinicio Capossela o del ‘Walky Cup’ – l’angolo musicale dell’Aquafan in cui facevano capolino i ‘mettidischi’ di Radio Deejay e un imberbe Jovanotti – per arrivare alla musica elettronica dell”Altro Mondo Studios’ e alla techno martellante sotto l’ormai celeberrima piramide di vetro del ‘Cocorico’ . Locali, presi d’assalto, ogni sera di quegli anni, da giovani e pure meno giovani che non sembravano aspettare altro che l’apertura delle loro porte. E poi – una volta chiuse quelle porte – andare a mangiare una pizza o attendere una ‘spianata’ o i bomboloni caldi davanti a un fornaio o a una pasticceria che trascinavano la notte fino all’alba in una terra che pareva non dormire mai elettrizzata da quella scossa che si dipanava sincopata di disco in disco. Pietre miliari di un’epoca andata via via assottigliandosi – poche ne restano di quelle pietre – con la ‘movida’ che, dalle discoteche, è scivolata, anno dopo anno, sulle strade nei locali in cui sorseggiare un aperitivo a ritmo di musica o in un chiringuito sulla spiaggia a due passi dal mare. Dando il la al più classico dei ‘C’era una volta…’.

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