Costume

La pagina anti barconi assiste al respingimento delle petroliere

16 Maggio 2019

Basta barconi sulle nostre coste. Stesso slogan, ma significato completamente diverso: proprio l’opposto di quanto ci si possa immaginare.

La versione digital della guerriglia culturale a sorpresa si è manifestata questa sera, 16 maggio, su Facebook passando per una pagina dal titolo mainstream: Stop Barconi.

Circa 28 mila persone che pensavano di esprimere il proprio sostegno al blocco dei gommoni carichi di migranti, si sono trovati a sostenere uno “top alle petroliere che trasportano l’oro nero, responsabile tra l’altro anche degli esodi tanti odiati da tutti i fan della pagina.

Una vera rivoluzione, un giro sottosopra del significato dello slogan ormai abusato anche dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un’inversione di rotta tra forma e sostanza con buona pace dei sovranisti che in centinaia hanno guardato il filmato conclusivo della campagna e che hanno visto cambiare sotto i loro occhi: “riportiamoli a casa loro” in “riportiamogli a casa l’oro”.

Settimane di adesioni e di commenti razzisti, dicendo “no” all’accoglienza, per poi aspettare l’azione più eclatante: il video di un respingimento in diretta. E mentre in tanti continuavano a osteggiare ogni tipo di approdo umanitario, sullo schermo scorrevano le immagini del disastro ambientale e umano (ancora una volta) che si compie tra baraccopoli e sversamenti in mare.

 

https://www.facebook.com/thedrama.01/videos/2325541131053599/?__xts__%5B0%5D=68.ARCfVMTNn5GNKbnrv5pq4St3tWdZajlDrUgb0HK6xYhjsq4ZVWALK-v4KVkNNr3HF-l8s9ay1ediZXXuRHts0VLgMG9xcU6SkWTLAlcD6jfKlTdv5Zv1-Q9Uco8y3B5nyoIw_CnBjICHVxmWimP1uNe16cSdu_vBVmqTEuhGY4bv-eUKke3DpG5HMSu1bLMwRE05WiAy0rZ3Tl6qHnGVMmKeA3Hr8fVLCHb8-c62Mpd726J9sixA8s0KxQ6pRXhZyZn3aYVUbBsC78xV–ncRWiaTAZDAs7mC5F1G4ysMx7GP_7mEZr3ADtTdRJ5JGP5qzSCueLqLebEL3y_I-ayk_14jD9sobZNyPHI8Uo72FQQXcw7AWWpY-F1MKDD7Q&__tn__=-R

Cinque minuti di filmato, oltre duemila visualizzazioni raccolte durante la diretta e nei primi minuti di pubblicazione. Un effetto Bansky che non usa i disegni sui muri, ma entra nella piattaforma social della propaganda razzista e cerca di sconfiggere la “bestia” sul suo terreno.

E mezz’ora dopo, la piattaforma non ha più reso visibile il contenuto.

Stop ai barconi che, a ben guardare, erano già ben indicati nel logo: era una petroliera. Ma in un tempo di macchine del click è facile incappare nell’errore. Così, adesso la foto profilo è cambiata, non c’è più quel segnale di divieto rosso, ma il logo del collettivo che ha pensato tutto questo: theDrama.

Lo slogan, invece, resta lo stesso, perché “riportiamoli a casa loro”, vale comunque, almeno ad orecchio, ma se diventa “riportiamogli a casa l’oro”, esce ben oltre i confini della pagina e dei 28 mila fans.

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