Coronavirus: la psicologa sull’orlo di una crisi di nervi

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7 Aprile 2020

Coronavirus : la psicologa sull’orlo di una crisi di nervi

 

 

 

Siamo presenti in tante organizzazioni di volontariato, vorremmo aiutare tutti coloro che sono in preda al panico, trovare parole giuste per l’adolescente , l’adulto , l’anziano. Ma dove peschiamo tanta energia? Ieri ho avuto un momento di scoraggiamento, vuoto, tristezza, impotenza. Sono emozioni e sensazioni che mi capitano di rado e mai tutte così insieme, me le sono vissute senza nulla fare, in attesa che passassero. Oggi sto meglio e quindi riesco a riflettere su ciò che mi è capitato. La prima parola che mi viene in mente è Tempo: tanto tempo a disposizione per fare mille cose, poco tempo a disposizione per godere del proprio tempo, per rubarlo ad un impegno e scendere a comprarsi un gelato, un giornale , un libro. Un giorno identico al successivo, solo la mente può spaziare altrove, il corpo è qui dentro casa a fare una ginnastica noiosissima , guidata da you tube Forse la meditazione, che  porta fuor dalla dimensione spazio temporale, aiuta di più.

Il tempo è stare nel qui ed ora, ma è anche una time line che guarda al futuro, o come dice la Programmazione Neurolinguistica ,che costruisce sogni e obiettivi da realizzare. A me resta difficile sognare ad occhi aperti in questo momento, e comunque qualsiasi sogno è spento, informe, incolore.

Non mi sento programmata per una vita di reclusione , anche perché non ho commesso alcun reato. E quindi la seconda categoria kantiana, quella dello spazio, viene anche essa a mancare. Uno spazio fisico e metaforico che il mantra “restiamo a casa” blocca in ogni via di fuga.

L’immaginario allora va nel ricordo, nella memoria. La linea del tempo entra nel passato, nel “come eravamo”. La mente ne esce ancora più impaurita e triste.

E  poi ci sono le strette di mano e gli abbracci a rischio  che impediscono quella dimensione di “contatto”, comunicativa e relazionale  attraverso la quale ci sentiamo vivi, anche questa non  più praticabile, perché in ognuno di noi c’è un potenziale untore.

Nel bel mezzo di queste considerazioni e di questo male di vivere   mi piomba addosso un sano istinto di sopravvivenza , una bella scossa a volgere lo sguardo fuori da me  stessa e a guardare ciò che ho intorno : è appena sbocciato un fiore rosa sulla mia camelia.

TAG: coronavirus
CAT: Psicologia

3 Commenti

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  1. gmajorino 4 anni fa

    Cara collega,usando le mie metafore militari, direi che siamo tra il film con J.Wayne che quasi male ma poi con la bo

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  2. gmajorino 4 anni fa

    Cara collega,usando le mie metafore militari, direi che siamo tra il film con J.Wayne che quasi male ma poi con la bo

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  3. gmajorino 4 anni fa

    Volevo dire che nei film con J.Wayne le cose si mettono prima male ma poi tutto finisce bene. Ma è giusto che rispetto ai toni trionfalistici delle riscosse morali e psicologiche e addirittura economiche(!), dell’ottimismo generale, la realtà presente e forse,purtroppo futura, è dark, non solo in senso depressivo, ma anche come completa cecità d ciò che poi avverrà’

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