L’Italia al secondo posto in Europa per numero di morti per smog


Anche questa Pasqua che sta per arrivare, porterà con sè una scia di crudeltà gratuita e priva di ogni giustificazione, con la mattanza tradizionale di migliaia di agnelli, sacrificati per essere esibiti sulle proprie tavole imbandite come simbolo di una “rinascita”che equivale alla morte, invece. Un controsenso, assurdo! Basti pensare che, ogni anno, vengono assassinati 300 mila esemplari di agnelli e capretti e, se cuccioli, aumentano di molto il loro costo al chilo, pari a 5,62 euro, stando ai dati diffusi dall’Istat e dall’Ismea (Istituto per il mercato agricolo alimentare).
La stessa Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), per questo 2023, ha ideato una campagna di sensibilizzazione via web, e tramite canali social, con uno slogan molto toccante “Anche se non mangi l’agnello, la Pasqua è sempre la stessa. In nome della vera pace, non mangiarlo”.
Ed infatti, le evidenze sotto gli occhi di tutti, vedono un traffico ignobile di agnelli, portati via alle loro madri, ancora cuccioli (tra 20 e 40 giorni di vita), pesati e scaraventati nei camion, stipati con un numero imprecisato di simili e traghettati verso la morte. Poi storditi (spesso e volentieri in modo quasi nullo) e massacrati ancora coscienti.
“Le immagini diffuse dalle associazioni a tutela degli animali hanno determinato negli ultimi anni una sensibilizzazione e sempre più persone scelgono di non acquistare carne d’agnello. Noi invitiamo a riflettere anche su quel che accade a tutti gli altri animali d’allevamento che soffrono allo stesso modo, ma se i carnivori intanto eliminassero l’agnello dalle tavole pasquali sarebbe già il primo passo verso un’alimentazione etica“, afferma giustamente il presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), Massimo Comparotto.
Scegliere di non mangiare carne, non può essere considerata come una pratica di fanatismo, quanto un sottrarsi ad una logica omicida che giustizia dei veri e propri esseri senzienti, torturati ed uccisi con modalità a dir poco bestiali, senza dimenticare l’enormità del danno ambientale che gli allevamenti intensivi di animali producono sul nostro Pianeta e sulla nostra salute e prospettiva di vita futura.
La vera Pasqua non è il sacrificio di un agnello sulla propria tavola! Diciamo basta a questo orrore insensato che rende l’essere umano per certi versi bestiale. Cambiare abitudini si può, basta volerlo!
Devi fare per commentare, è semplice e veloce.
Questa è una questione un po’ sciocca se si è credenti, e del tutto sciocca se non si crede nella superstizione cattolica:
>se si crede alla superstizione cattolica, allora l’unica fonte è la incivile bibbia nella quale dio chiede continuamente olocausti per glorificare se stesso ed i credenti sono ben felici di farli (e non dimentichiamo che la vera pasqua era quella per festeggiare la salvezza degli israeliti dall’inseguimento egiziano, indotto dal dio cattolico!), senza contare che dio ha creato questo mondo, tra tutti quelli possibili, nel quale ogni giorno ogni forma di vita deve uccidere e mangiare altre forme di vita per sopravvivere.
>Se non si crede alla superstizione cattolica, volere risparmiare un animale anziché un altro per soddisfare la imprescindibile necessità di mangiare è solamente disonestà intellettuale, guidata da sentimenti immotivati.
L’UNICA SOLUZIONE è FARE VIVERE GLI ANIMALI IN CONDIZIONI BUONE E NON FARLI SOFFRIRE DURANTE LA MORTE.
LA CARNE SINTETICA è UN’ALTRA RISPOSTA, MA IL GOVERNO CATTODEMENTE ATTUALE NE HA IMPOSTO IL DIVIETO