Cronaca
Inchiesta mascherine di Forlì, assolto l’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna
Nell’ambito dell’inchiesta per corruzione sulla fornitura di mascherine anti-Covid non regolamentari, il Gup di Forlì ha assolto Minenna con formula piena. I legali: «Restituita dignità a un servitore dello Stato»
È stato assolto dall’accusa di corruzione Marcello Minenna, ex direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nell’inchiesta per corruzione sulle mascherine Covid condotta dalla Procura di Forlì. Lo ha deciso la giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Forlì, Ilaria Rosati, pronunciando la formula piena “perché il fatto non sussiste” al termine di un procedimento nato dall’inchiesta della Procura forlivese su una fornitura di mascherine anti-Covid non regolamentari all’Ausl Romagna, del valore di 3,6 milioni di euro.
Minenna era finito ai domiciliari nel giugno del 2023, misura poi annullata pochi giorni dopo dal Tribunale del Riesame di Bologna. Oggi, in rito abbreviato, è arrivata l’assoluzione che chiude definitivamente la vicenda giudiziaria.
Assolti anche Sergio Covato, funzionario della prefettura di Ravenna, e Gianluca Prati, all’epoca dei fatti responsabile del magazzino unico dell’Ausl Romagna. Nell’inchiesta era coinvolto anche l’ex deputato della Lega Gianluca Pini, che aveva scelto il patteggiamento a una pena di 23 mesi.
La Procura di Forlì, rappresentata dal sostituto procuratore Laura Brunelli, aveva chiesto condanne a due anni e quattro mesi per Minenna , difeso dal professor Vittorio Manes e dall’avvocato Gianluca Tognozzi, due anni per Covato e un anno per Prati.
«Questa pronuncia restituisce finalmente dignità a un servitore dello Stato, costretto a sopportare persino la restrizione della propria libertà personale nella fase delle indagini per accuse che oggi sono state spazzate via una volta per tutte», gli avvocati i Manes e Tognozzi.
Per Minenna si tratta della seconda assoluzione in pochi mesi. Lo scorso marzo, il gup di Roma lo aveva già assolto dalle accuse di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio nella vicenda legata al licenziamento dell’ex dirigente Alessandro Canali.
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