Italia

Alberto Trentini è in carcere da otto mesi e tutto tace, anche Giorgia Meloni

Il cooperante, che lavora per la ong Humanity & Inclusion, si trovava in Venezuela dal 17 ottobre 2024. Dal 15 novembre è in carcere senza motivo. La madre oggi, 15 luglio, ha lanciato un appello al governo

15 Luglio 2025

Il 15 novembre del 2024 Alberto Trentini, 45 anni, veneziano, è stato arrestato in Venezuela, senza motivazioni ufficiali, mentre viaggiava da Caracas verso Guasdualito, insieme al suo autista Rafael. Il cooperante, che lavora per la ong Humanity & Inclusion impegnata nell’assistenza umanitaria alle persone con disabilità, si trovava nel paese sudamericano dal 17 ottobre. Fin da subito aveva notato un “clima ostile”, come riferito da lui stesso a un collega.

La famiglia di Trentini è riuscita a parlare con il figlio soltanto il 15 maggio, a sei mesi dalla sua incarcerazione. Il cooperante avrebbe rassicurato i familiari di essere in buona salute, nonostante soffradi asma ed ipertensione. A distanza di mesi però i genitori chiedono che l’operatore umanitario, nel frattempo accusato di “cospirazione”, torni in Italia e che il governo faccia di più la sua scarcerazione.

L’appello della madre del cooperante

“Oggi sono otto mesi esatti che mio figlio Alberto è in prigione ma tutto tace e tace anche la nostra presidente del Consiglio – denuncia Armanda Colusso, madre di Alberto -. Questo silenzio per me e la mia famiglia è insostenibile, il nostro governo deve attivarsi come ha fatto quello svizzero con il compagno di prigionia di mio figlio che è stato liberato da poco e ha raccontato alla stampa le terribili condizioni di detenzione in cui si trova ancora Alberto”.

La madre di Trentini ha parlato oggi, 15 luglio, fuori dal tribunale di Roma, dove è in programma una nuova udienza del processo per l’omicidio di Giulio Regeni. Il drammatico caso di Regeni è seguito dall’avvocata Alessandra Ballerini, che si sta occupando anche di Alberto.

“Non possiamo più aspettare, le nostre istituzioni dimostrino di avere a cuore la vita di un connazionale e si adoperino con urgenza ed efficacia per riportare a casa nostro figlio mettendo in campo qualsiasi strumento di diplomazia come è stato fatto in altri casi: ogni giorno di inerzia in più corrisponde ad indicibili sofferenze per Alberto e per noi. Contatti non ce ne sono e noi aspettiamo con fiducia che qualcuno faccia ciò che è necessario. Otto mesi sono troppi e dobbiamo ribellarci”, ha aggiunto.

Le parole di Elly Schlein presente al sit-in per Alberto Trentini

Al sit-in di fronte al tribunale di Roma c’era anche la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein: “Continuiamo a chiedere come abbiamo fatto nei mesi scorsi ogni sforzo per la liberazione di Alberto Trentini che non ha colpe se non quella della generosità di andare per il mondo ad aiutare chi è più in difficoltà. Questo silenzio – ha aggiunto la leader dem – non può continuare, serve un impegno concreto da parte del governo e di chiunque ne ha il potere, noi la nostra parte la stiamo facendo, per la liberazione di Alberto. Sono passati otto mesi, il governo svizzero si è impegnato per la liberazione di chi era in carcere con Alberto e ha raccontato di indicibili sofferenze all’interno di questo carcere. È una situazione che non può essere tollerata un minuto di più. Ribadiamo al governo una richiesta di impegno concreto”, ha concluso Schlein.

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