Fondazione Cariplo guarda al futuro con un convegno su sfide e trend globali
I megatrend sono forze dirompenti in grado di trasformare l’economia, il modo di fare impresa e la società. Quali di queste forze caratterizzeranno la nostra società nei prossimi quindici anni? E quali sfide ci troveremo ad affrontare?
Nella sede di Fondazione Cariplo, oggi, a Milano, si è svolto un seminario che ha affrontato molti di questi argomenti, tra i quali i cambiamenti climatici, la sostenibilità, la biodiversità, l’impatto della tecnologia sul lavoro, la coesione sociale, i movimenti migratori e l’invecchiamento della popolazione.
Il seminario ha coinvolto i membri della Commissione Centrale di Beneficenza, del Consiglio di amministrazione, del Collegio sindacale e lo staff dirigenziale.
In apertura Guntram Wolff, direttore dell’autorevole think tank belga Bruegel, ha illustrato queste principali sfide globali e i megatrend che “ci aspettano”. In seguito, Luca De Biase, giornalista del Sole 24ore, ha dato il via ad una riflessione sul tema delle “Connessioni”, intese come stimolo a osservare il contesto moderno, connotato da dinamiche complesse, anche generate dalla digitalizzazione.
Nella seconda parte, dopo l’introduzione del professor Gianpaolo Barbetta, responsabile dell’Osservatorio e Valutazione di Fondazione Cariplo che ha proposto una panoramica della filantropia e del ruolo delle fondazioni a livello globale, la fondazione portoghese Calouste Gulbenkian e la King Baudouin Foundation del Belgio, con cui Fondazione Cariplo collabora da anni, sono intervenute con le loro testimonianze.
Luis de Melo Jerónimo, direttore della Gulbenkian, ha condiviso l’esperienza, l’approccio strategico e la visione della sua fondazione, impegnata dal 1956 nei campi dell’arte, del sociale, della scienza e dell’istruzione con attività realizzate nella sede principale di Lisbona e nelle delegazioni di Parigi e Londra. In particolare, Jerónimo ha sottolineato l’importanza di continuare a sostenere l’innovazione sociale anche attraverso investimenti a impatto e venture philanthropy, in un’ottica di complementarietà rispetto alla tradizionale attività erogativa.
Luc Tayart de Borms, direttore generale della King Baudouin Foundation, ha tracciato il bilancio della pluridecennale esperienza della fondazione belga a sostegno della crescita e dello sviluppo del Terzo Settore. Ha inoltre evidenziato come, per la programmazione e il raggiungimento degli obiettivi a medio e lungo termine, sia importante mettere al centro e valorizzare il capitale umano e le relazioni, oltre al patrimonio finanziario e reputazionale.
«Nel costruire la programmazione futura, che mette al centro l’obiettivo di accorciare le distanze tra le diverse componenti delle nostre comunità, lo sguardo a ciò che accade altrove può essere generativo, aprire pensieri inediti, permettere azioni nuove. Manteniamo una grande attenzione sulle dinamiche e le esperienze nazionali, su cui ci confrontiamo costantemente all’interno dei gruppi di lavoro in Acri, l’associazione che riunisce le fondazioni di origine bancaria italiane» ha spiegato Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo. «Vogliamo dare un contributo concreto per accorciare le distanze che si stanno dilatando tra le persone, i luoghi, le organizzazioni. Dobbiamo innanzitutto comprendere a fondo i problemi su cui desideriamo incidere e in seguito trovare soluzioni efficaci, convinti che occorra lavorare sempre di più insieme, collaborando con istituzioni, fondazioni, non profit e realtà profit. Ognuno facendo la propria parte su questioni che riguardano tutti e soprattutto con senso di responsabilità verso le generazioni future».
Il seminario di oggi, peraltro, è il primo di una serie di eventi in programma nei prossimi mesi. L’obiettivo per Fondazione Cariplo è quello di mantenere una relazione e un ascolto costante di chi è impegnato ad affrontare le tematiche su cui la Fondazione si confronta quotidianamente. Un confronto non solo con gli addetti ai lavori, ma anche con soggetti che possano condividere esperienze dal mondo delle istituzioni, aziende, media.
«La Fondazione Cariplo opera in un territorio che la sua storia ha reso denso di opportunità e agisce sulle aree di disagio occupate da chi a tali opportunità non è in grado di accedere. Accanto ad aree di eccellenza culturale, scientifica, economica, permangono ambiti di povertà materiale e sociale. Aumenta il divario tra persone e territori che hanno accesso al benessere, alla cultura, a una buona qualità di vita, e persone che ne sono escluse. Coabitano nei nostri paesi e nelle nostre città persone che vivono a pochi metri o pochi chilometri le une dalle altre, ma lontanissime per opportunità, aspirazioni, possibilità di riconoscersi come parte dello stesso destino, costruttori di un futuro comune. Accorciare queste distanze è la condizione necessaria per permettere a chi vive nel nostro territorio di ricominciare a essere e sentirsi parte della stessa comunità», ha concluso Fosti.
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