L’Italia accoglierà gli animali dei rifugiati ucraini in fuga dalla guerra

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1 Marzo 2022

Roberto Speranza, Ministro della Salute, ha raccolto l’appello lanciato dagli animalisti italiani e da molti parlamentari, autorizzando l’ingresso degli animali domestici, come cani e gatti, di proprietà dei rifugiati ucraini in fuga dalla guerra, pur non provvisti di passaporto europeo, necessario per gli animali da compagnia.

 

Questa decisione è stata assunta, per provare a scongiurare il rischio atroce che vengano abbandonati nel tentativo di riuscire ad attraversare la frontiera, in modo tale da permettere alla popolazione proveniente dall’Ucraina di non separarsi da una parte importante delle proprie relazioni affettive quotidiane.

Sia la Lav, sia l’Oipa, ma anche e specialmente l’Enpa, tra le associazioni animaliste più sollecite a riguardo, affermano che gli stessi animali saranno regolarizzati in un momento successivo al loro arrivo in Italia. Mentre  Il Ministero della Salute – come si legge testualmente in una nota ufficiale– ha prontamente informato la Commissione e i Paesi membri di accettare l’introduzione in Italia di animali da compagnia non conformi movimentati al seguito dei cittadini provenienti dall’Ucraina senza la preventiva richiesta e il preventivo rilascio dell’autorizzazione prevista dall’articolo 32 del regolamento (Ue) 576/2013, anche al fine di tutelare il rispetto del benessere degli animali”.

 

 

 

Cosa deve contenere la richiesta di ingresso degli animali domestici dei rifugiati ucraini

 

 

Le linee guida fornite dal Ministero della Salute, con le contestuali richieste inviate ai Paesi membri della Ue, per facilitare  eventuali controlli  durante il passaggio delle frontiere sugli animali da compagnia al seguito di cittadini ucraini in fuga verso l’Italia, riguardano la comunicazione del tipo e numero di animali; se in possesso, del libretto identificativo; il nominativo del proprietario e l’indirizzo di destinazione, una volta avuto accesso in territorio italiano. Una serie di informazioni che possano permettere al Ministero di aggiornare i vari servizi veterinari competenti, dislocati localmente, ed effettuare tutte le procedure di identificazione e le profilassi previste nel caso di specie, come da regolamento  (Ue) 576/2013.

 

Tanti i parlamentari e gli animalisti attivi sulla vicenda

 

 

A sostegno di questa emergenza umanitaria che coinvolge anche i fidi amici a quattro zampe, vi è stata una massiccia mobilitazione da parte delle più importanti associazioni animaliste e dalle forze politiche presenti in Parlamento.

L’ Enpa (ente nazionale protezione animali), infatti, ha avviato un canale ad hoc di contatti diretti con omologhi e volontari ucraini per registrare le segnalazioni e le richieste di aiuto, aprendo una apposita casella mail ucraina@enpa.org.

Anche le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno mostrato piena ed attiva solidarietà sul punto, attraverso diverse interrogazioni parlamentari e sottoponendo direttamente al Ministro della Salute, Roberto Speranza, la richiesta di accogliere gli animali dei rifugiati, pur sprovvisti di passaporto europeo.
La Commissione Europea, dal canto suo ha palesato apertura ed elasticità a supporto della scelta dell‘Italia e dell’intera comunità degli Stati membri, per offrire un intervento assistenziale concreto, avendo cura anche di un aspetto di grandissimo spessore etico e morale, come quello degli animali, in una guerra che non sta risparmiando nessuna forma di vita nella sua dignità fondamentale.

La macchina della solidarietà si è messa in moto, rivolgendo un pensiero ai moltissimi animali che al momento non hanno possibilità di scappare dalle atrocità dei combattimenti, come quelli ospitati dal canile di Kiev, o a tutti gli animali protetti nei rifugi dai coraggiosissimi volontari che li difendono a costo della propria incolumità.

Ma tantissimi altri, stretti tra le braccia dei loro padroni, si sono messi in cammino per cercare una possibilità di sopravvivenza. Prese d’assalto le stazioni ferroviarie, dei bus e le auto, con viaggi della speranza interminabili ed in condizioni metereologiche a sanitarie ai limiti.

Considerato il fatto che, cani e gatti, vengono spesso e volentieri eliminati come dei semplici rifiuti da smaltire, abbandonati nelle situazioni più estreme e senza alcun rigurgito di coscienza, osservare come questa gente disperata e perseguitata da un guerra devastante, insensata e orribile nei suoi scenari più squallidamente interessati, sia disposta a fare di tutto pur di non separarsi dai propri amici a quattro zampe, scioglie il cuore.

Lo sguardo di quegli animali, disorientato e terrorizzato che non si stacca dal calore dei loro padroni, induce ancora una volta a testimoniare come l’anima dei nostri fedeli cani e gatti, sia in grado di provare tutto il dolore e lo strazio che proviamo e che siamo noi stessi ad infiggergli, spesse volte. Privarsi di una parte pura del nostro modo di amare la vita che passa necessariamente anche da quello che doniamo agli animali, equivale a firmare un contratto di infelicità perenne. La loro gratitudine, mai come in queste tristissime circostanze, ci sostiene anche nelle ore più buie, come quelle che sta affrontando l’Ucraina, in attesa che torni a sorgere ancora il Sole, festeggiando la libertà inalienabile per ciascun popolo, per ciascun essere umano e per ogni animale, vero essere senziente, capace di amarci incondizionatamente fino alla fine.

 

 

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CAT: Geopolitica, Politiche comunitarie

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