Parola d’ordine: “Blogger”

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11 Maggio 2019

Ho conosciuto Francesca e Lucia a un master in Social Media Communication, che abbiamo frequentato presso la Sole24ore Business School; in realtà non mi sono mai trovata a lavorare in gruppo con loro, quindi la nostra conoscenza è rimasta ancorata a poche frasi, ma le ho sempre osservate, come mi succede quando mi viene incontro la fortuna di imbattermi in qualcuno di interessante, con curiosità e ammirazione. Loro, che invece durante il corso sono diventate molto amiche al punto da realizzare anche alcune collaborazioni insieme, sono oggi due blogger bravissime: Francesca di Moon Diaries, spazio online dedicato ai viaggi e a tutto quello che portano con sé (stili di vita, cibo, emozioni) e Lucia di L’ultima fetta, pasticceria golosa e raffinata a portata di click. Ma queste due ragazze sono anche molto altro: per questo sono felice di presentarvele e di parlare con loro di blog, certo, ma anche di Social Media e di vita.

Care Francesca e Lucia, vorrei che vi presentaste e, soprattutto, presentaste i vostri blog: cosa sono, da dove vengono, di cosa parlano.

F: Il viaggio, il buon cibo e le piccole cose che fanno grande la vita. Ecco cos’è Moon Diaries e cosa sono io. Il nome è l’eredità di una delle avventure più straordinarie che abbia vissuto. Ho passato un anno a viaggiare per il mondo, incontrando gli scienziati che hanno in mano il nostro destino. Dagli astronauti della NASA a chi studia il clima al Polo Nord o chi vuole diventare immortale tra Giappone e USA. Non sono arrivata fino alla luna, ma ho imparato come sopravvivere su Marte! Non avevo ancora il mio “diario digitale” ma condivisi quei viaggi sui social col nome di moondiaries. Fu così che compresi appieno le potenzialità del web, la libertà e le fantasie che può regalare a chi decide di viverlo. Sono anche mamma di 3 bambini che naturalmente fanno qualche incursione nei miei racconti. Insieme a loro sto navigando fra le mareggiate di infanzia e adolescenza, mi piacerebbe parlarne sul blog, ma preferisco rispettare la loro privacy.

L: Ho occhi grandi, curiosi di vedere. Ho voglia di creare, in punta di mani e tra le pareti della mia cucina. Ho un po’ di anni ma, dopo i 35, ricordarsi di contarli è solo un’inutile sottrazione di tempo prezioso per godersi la vita. Il blog è il mio diario in cui racconto l’amore per la pasticceria, la passione per le cose ben fatte e il sapore dei miei viaggi enogastronomici.

Si potrebbe pensare: ce ne sono già tanti, esistono altre strade, è solo un hobby. Perché, invece, la scelta di aprire un blog e di dedicarsi a lui con passione e competenza?

F: Cercare di fare al meglio qualsiasi cosa si faccia credo sia un buon modo per non sprecare la vita. Ma decidere di aprire un blog è stata più una esigenza naturale, per condividere e imparare dallo scambio quotidiano che ho con chi mi segue. Non lo vivo come qualcosa di straordinario, è semplicemente un modo per stare vicino al mondo.

L: Il blog ha visto la luce nel 2016: il mio compagno una sera a cena mi ha detto: perché non raccogli le tue ricette in un diario? Così ho fatto. Il bisogno di dedicarmi a qualcosa di creativo ed estremamente personale era forte, è sempre stato parte di me. All’epoca mi occupavo di tutt’altro: ho studiato comunicazione e poi sono diventata sales manager in una grande multinazionale. Una carriera sicuramente frutto di sacrifici, ma che non mi appagava minimamente. Però di questi tempi chi butta un lavoro che ti consente di vivere economicamente bene? Me lo sono chiesta per diversi anni, e poi in definitiva, l’ho fatto io. Mai come in quel momento ho capito che i soldi non fanno la felicità: un bilanciamento tra soddisfazione personale ed economica è essenziale. Ho sempre avuto molti sogni, ma ad un certo punto ho deciso di sceglierne uno, il più grande, e provare a realizzarlo. È vero, il web è saturo, ma la qualità paga sempre e non è così scontato trovarla. Il nome “L’Ultima Fetta” riprende proprio il concetto “dell’ultima voce”… ma non per questo la meno importante.

In che modo la vostra vita si intreccia con quella del blog?

F: Tenere un blog è senza dubbio impegnativo, in termini di tempo e dedizione mentale. Ma quando si riesce a farlo diventare parte della vita, come il diario dei segreti o una finestra affacciata sulla via, allora tutto diventa armonioso. Non voglio dire che sia sempre facile. A volte i fatti della quotidianità sono sfiancanti, mi tolgono le energie per scrivere o sorridere con gli amici. Allora può capitare che il blog sia accantonato in un angolo per qualche tempo, ma resta comunque nei miei pensieri come forte stimolo, un impegno che mi chiama. E mi spinge a muovermi, a pensare che fuori c’è un mondo di cose che aspetta solo di essere raccontato.

L: Impastare, creare, occuparmi di food e comunicazione è la mia vita. Di questo sono fatta. La storia delle mie ricette è la mia quotidianità, è la mia vita. Oggi sviluppo ricette per aziende, mi occupo di food photography e copy writing. Il grande sogno è un libro tutto mio. .

Si sente sempre più spesso parlare di storytelling, molte volte in maniera impropria, altre in modo superficiale; in realtà, costruire una storia intorno a quello che stiamo facendo sta tornando a essere la spinta per attirare, farsi conoscere o vendere. Nei vostri blog uno dei punti di forza è proprio la narrazione, l’inserimento del contenuto all’interno di un racconto, coinvolgente ed emozionate. Volete raccontarci, partendo da uno dei vostri post, la strada percorsa per arrivare a questo tipo di formulazione espressiva?

F: Da sempre le storie sono la mia grande passione, nel tempo sono cambiati i miei mezzi per raccontarle. Ho iniziato come fotografa (lavoro che non ho mai abbandonato) e sono arrivata al blog, passando per il video, la scrittura e i social media. Quando un mezzo non mi basta più, cerco di imparare altro, e al momento il blog racchiude tutte le strade possibili per raccontare le mie storie. Utilizzo la fotografia e il video per catturare le emozioni, e la scrittura per aggiungere ancora un pezzettino. Certo, ogni mezzo basterebbe a se stesso, ma l’insieme rende la narrazione più viva.

L: Nessun post nasce a caso. La vita quotidiana è fatta di storie e molte delle mie hanno origine in cucina per una semplice ragione. In famiglia nutriamo una grande passione per il mondo del cibo e del vino, della ristorazione e della materia prima. Siamo curiosi: leggiamo, assaggiamo, ci appassioniamo e proviamo a replicare. Questo è il punto di partenza. Se c’è una cosa di cui nel tempo ho preso consapevolezza, è la poca tolleranza per l’improvvisazione, la comunicazione di qualcosa di inconsistente. Io cerco di produrre sostanza e cerco verità, vado all’origine delle cose. La ricetta dello strudel ne è un esempio. Mi sono documentata a lungo per arrivare a realizzare qualcosa di ben fatto, di prossimo all’originale. Sono soddisfatta e i tanti messaggi di gradimento delle persone che l’hanno replicato mi hanno davvero emozionata. Tutto questo per dire che quando racconti qualcosa che ami lo storytelling diventa emozionale in modo naturale. Non c’è artificio quando c’è passione e coinvolgere diventa più semplice.

Il collegamento tra un blog e i Social Network è fondamentale: quali sono quelli che voi utilizzate prevalentemente e perché? E poi: coniugate profili personali con notizie del blog o preferite tenere separate le cose?

F: Come dicevo ho iniziato raccontando i miei viaggi soltanto attraverso i social. Una foto al giorno accompagnata da poche righe, finché quello spazio ha iniziato ad andarmi stretto e ho aperto il blog. Ma ancora oggi i social network sono importantissimi per me. Utilizzo Facebook e Instagram non solo per rilanciare e accompagnare i post sul blog, ma anche per raccontare la mia quotidianità. Quando sono in viaggio ad esempio, racchiudere le emozioni di una giornata pazzesca nello spazio di un post è la mia piccola sfida quotidiana. Quel distillato di emozioni mi è poi utilissimo una volta tornata a casa, quando inizio a scrivere l’articolo per il blog. Su Instagram non ho un account personale e quello Facebook è praticamente inutilizzato, perché tramite le pagine social di Moon Diaries racconto comunque la mia vita.

L: Ad un certo punto della mia vita mi sono resa conto che l’attenzione delle persone si era spostata dai blog ai social. Io non mi definisco “blogger” perché non vivo grazie al mio blog. Forse 10 anni fa, quando l’attività di blogging era agli inizi, tutto questo era possibile, ma oggi è affare per persone che sanno davvero come far funzionare un sistema estremamente complesso e al quale è necessario dedicare più di una testa. Io faccio tutto da sola: foto, testi, newsletter, sviluppo ricette, caricamenti, post, rispondo alle mail e ai commenti. Qualcuno dice che non è un lavoro: eccome se lo è. Richiede energia, creatività e tantissima costanza. Per il mondo dei social media nutro una sorta di sentimento contorto. Sono piuttosto attiva con Instagram che è la piattaforma in cui sono seguita maggiormente: rappresenta un biglietto da visita, ma al contempo una pagina diario dove annotare la quotidianità. Grazie ad IG sono stata contattata per diversi lavori e questo mi fa capire quanto sia sempre più importante, almeno oggi. Su Fb invece i principali lettori sono i miei conoscenti. È il social dove mi sento meno a mio agio nel parlare o raccontare, perché sarebbe come alzarsi in piedi durante una cena tra amici e raccontare a tutti, indistintamente, alcune vicende o fatti anche personali. Decisamente insolito per me. Paradossalmente trovo più semplice nel farlo su IG dove sono seguita per la maggior parte da persone che non ho mai incontrato. Nei miei post tendo a raccontare di me ma lo faccio con molta leggerezza. Racconto stati d’animo, fasi della vita in cui tutti possiamo riconoscerci, eventi importanti ma non poi così riservati.

A livello generale, cosa pensate del fenomeno dei blog, soprattutto in riferimento a una prospettiva futura?

F: Ho sentito dire che i blog sono già morti. Ogni tanto invece, penso che un giorno scompariranno i social da un momento all’altro, come un black out nel quale arriveranno nuove stelle. Preferisco pensare a un futuro senza il “bar” Facebook piuttosto che senza i blog, che per me restano quella nicchia silenziosa che vai a cercare per il piacere di scoprire qualcosa.

L: Se lo sapessi credo inizierei a lavorare in una certa direzione. Non so cosa accadrà e quali saranno le nuove forme di narrazione che il pubblico tenderà a privilegiare. Forse avranno molta più affinità con il mondo della televisione (molti social si stanno declinando in questo senso, con canali dedicati). Percepisco una crescita forte del fenomeno dei podcast in cui le persone parlano di sé, della loro attività. È una delle modalità preferite dalle blogger che si occupano di “formazione” o intrattenimento: voci narranti che danno consigli per migliorare, crescere professionalmente. Personalmente, forse in modo sciocco, cerco di non pensarci. Amo scrivere, raccontare, fotografare e creare; non vedo altre vesti per me in questo momento.

Salutateci con una vostra frase-mantra e dateci i contatti per visitare le vostre (bellissime) creazioni web.

F: Piedi per terra e testa fra le nuvole! Ché la fantasia salverà il mondo :)

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L: “Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono.” Lo so, “L’Ultima Fetta” è un nome seo-repellente, ma se lo digitate sulla barra di google vi porterà dritti dritti senza indugi al mio blog!

 

Francesca Es

Lucia Carniel

 

 

TAG: blog, blogger, Facebook, Francesca Es, instagram, L'ultima fetta, Lucia Carniel, Monndiaried, social media
CAT: Media

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