La rivoluzione di James Bradburne alla Pinacoteca di Brera

24 Gennaio 2016

Nei corridoi dei musei italiani magnifici ma logori e all’antica, un direttore artistico inglese sta tentando la sua rivoluzione quieta. JamesBradburne, recentemente paracadutato dal governo italiano a dirigere la Pinacoteca di Brera a Milano come frutto di un’azione di scuotimento storico nel settore museale, ha lanciato una crociata contro la burocrazia e l’inefficienza che pervade le gallerie del paese. I suoi capolavori rinascimentali, la splendente architettura barocca e i reperti romani sono alcuni tra gli esempi più raffinati dell’eredità culturale europea, ma ora Mr Bradburne, 60 anni, ha votato il suo “burbero pragmatismo anglosassone” alla riduzione degli ostacoli burocratici e metter in mostra l’Italia in tutto il suo potenziale.

“Il sistema qui è paralizzato e non funziona”, dice Bradburne. “Il fatto stesso che i musei italiani riescano ad aprire le loro porte ogni giorno è un miracolo.” Questa è un’opportunità per l’Italia che è un paese con immani competenze e talento, in grado di battere chiunque altro in questo gioco.

Bradburne, doppia cittadinanza inglese e canadese, sposato con una costumista russa, è uno dei 20 nuovi direttori che hanno iniziato a lavorare in alcune delle più prestigiose istituzioni italiane alla fine dello scorso anno, dopo che Roma per la prima volta ha condotto una selezione internazionale per infondere nuova linfa nei musei del paese. Sette dei nuovi selezionati sono stranieri. Il loro primo compito sarà quello di fermare la stagnazione di decenni. Malgrado l’Italia possa vantare alcune fra le opere più importanti al mondo dei grandi maestri quali Michelangelo, Leonardo e Raffaello, i musei italiani sono poco visitati.
Molti hanno una scarsa presenza in internet. Il sito della Galleria degli Uffizi di Firenze, una delle maggiori attrazioni turistiche del paese, è difficile da trovare e viene surclassato dai siti delle gallerie rivali straniere come la Tate Gallery o il Getty Museum.

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Inoltre un sistema in cui a nessun museo italiano era permesso il controllo delle proprie finanze ha minato in passato la motivazione di molti direttori. Gli introiti dei biglietti venduti, il ricavato dall’affitto degli spazi o delle vendite nei bookshop devono essere girati a Roma che poi provvede a redistribuire a sua discrezione. In modo similare i donatori che volessero sostenere un particolare museo devono inviare la somma alla capitale che alla fine la dovrebbe inoltrare al museo, qualche volta con anni di ritardo. Per la prima volta i 20 nuovi nominati potranno prendere in carico le proprie capacità finanziarie.

Ma a questo punto sorge anche un problema fondamentale che i nuovi direttori dovranno affrontare, secondo Bradburne, curatore museale per 30 anni. “L’Italia ha più cose di chiunque altro e ha le cose più belle di chiunque altro, ma i suoi musei sono puramente dei container accessibili al pubblico dove ci si prende cura di quelle opere,” dice.
“Cosa accadrebbe se dopo ciò non fosse più una priorità.”

Puntando il dito sulla Pinacoteca di Brera, concepita da Napoleone Bonaparte come il Louvre d’Italia, che ospita al suo interno Raffaello, Tiziano, Rubens e Caravaggio, ma che è virtualmente sconosciuto fuori dall’Italia. Ora, Bradburne, che ha lavorato per una moltitudine eclettica di istituzioni e società incluse la Decorative Art Museum di Francoforte, la Nemo Science Museum di Amsterdam e la Lego, sta progettando di coinvolgere degli scrittori contemporanei per scrivere le presentazioni delle opere d’arte aprendo le collezioni ai giovani e alle famiglie.

Progetti similmente innovativi – insieme alla sua eccentrica abitudine di commissionare un nuovo panciotto per ogni mostra – hanno fatto guadagnare al direttore una fama estesa mentre era alla guida di Palazzo Strozzi a Firenze, dove è stato direttore per circa una decina d’anni. Il museo vinse il premio esposizione dell’anno nel 2014.

Poichè i direttori sono stati assegnati ad agosto, Dario Franceschini, il Ministro Italiano dei Beni Culturali, ha rimarcato che il paese stava girando pagina. Bradburne è allo stesso modo fiducioso che il cambiamento sia in atto. “E’ un’opportunità per l’Italia, un paese con enormi competenze e talento, per battere chiunque altro a questo gioco,” ha detto. “Sono soltanto un umile strumento di tutto ciò – solo lo straniero pazzo che è capitato qui in questo determinato momento.”

Alice Philipsson da The Telegraph

TAG: James Bradburne, Pinacoteca di Brera
CAT: Milano, Musei-Mostre

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