Enti locali

Elezioni regionali: quel divario tra percezione e realtà

22 Gennaio 2020

Ammetto che, contagiato da spirito goliardico, ho trollato il sondaggio via Facebook lanciato dalla candidata leghista alla presidenza dell’Emilia Romagna, Lucia Borgonzoni. Prima di esprimere la preferenza verso Stefano Bonaccini, mi sono soffermato sul profilo della candidata per comprenderne la comunicazione. Se nell’immagine di profilo è raffigurata come un angelo, i post traboccano di denunce verso qualsiasi tipologia minaccia, sia vera che presunta. Si ripropongono notizie di rapine a mano armata, di regole europee che comprometterebbero l’aceto balsamico e di inquisiti vagamente associabili al PD.

Contenuto pubblicitario

La prima impressione è di aver assistito a quanto di peggio può essere prodotto dalla politica italiana. Ma dopo l’iniziale senso di straniamento, mi chiedo quanto tali post infantili siano peggiori delle manovre politiche del passato. Difatti, la candidata per il centrodestra alla Regione Calabria, Jole Santelli, usa Facebook in maniera morigerata, appare colta e esprime concetti di buon senso. Al tempo stesso, ha reclutato nelle sue liste trasformisti e capibastone, riedizione di mali passati, di un Gattopardo che non vuole morire.

Razionalmente, si potrebbe pensare che mentre Jole Santelli ha l’oggettiva possibilità di continuare a infliggere danni al tessuto sociale calabrese, Lucia Borgonzoni potrebbe essere destinata a non intaccare un sistema efficiente, perché imbrigliata nelle proprie contraddizioni. Al contrario, istintivamente, la forzista calabrese mi fa meno paura della leghista emiliana, forse per la tendenza a preferire il male conosciuto a quello ignoto o comunque nuovo.

Si materializzano quindi i miei dubbi da osservatore esterno, diviso tra realtà e percezione, tra razionalità e istinto. Tali problemi sembrano emergere anche tra i cittadini della regione che vanta la migliore amministrazione del belpaese, i quali potrebbero decidere di effettuare una svolta radicale. Stefano Bonaccini tenta di far leva sulla razionalità e di sfruttare i dati oggettivi per qualificarsi come bravo amministratore. Il candidato PD è autore, da una parte, di una campagna elettorale tradizionale, con una forte attenzione ai territori, dall’altra risponde per le rime alla sua avversaria via Facebook. Nel mondo digitale, si mostra come l’uomo maturo che redarguisce l’avversaria infantile.

Contenuto pubblicitario

In ogni altra regione, sarebbe facile prevedere l’insuccesso di Bonaccini. Concentrarsi sulla buona amministrazione mentre il mondo che conosciamo crolla sotto la spinta di cambiamenti mondiali, dal clima alle migrazioni, sarebbe una scelta folle. Scelta che cavalca l’alienazione di quella fetta di popolazione, sempre più numerosa, che vede i propri diritti sociali calpestati e i servizi pubblici meno efficienti e più esclusivi. Ma l’Emilia Romagna è forse l’unica regione che mantiene un certo orgoglio, perché consapevole della propria eccezionalità. Inoltre, qui il contatto territoriale potrebbe continuare a essere più importante della campagna di comunicazione social.

Stefano Bonaccini potrebbe quindi vincere la contesa, malgrado appaia carente di idee fresche e di un’ampia visione politica che vada oltre l’immagine dell’abile amministratore. Il nuovo look da hipster dovrebbe essere affiancato dal coinvolgimento della popolazione in un chiaro progetto di lungo periodo che metta al centro la redistribuzione del reddito e la sicurezza sociale dei cittadini, attuata anche con la riconversione verde. Fortunatamente, un mio conterraneo dalle idee chiare vivacizza la corsa di Bonaccini, da candidato nella lista Emilia Romagna Coraggiosa.

Si tratta di Maximiliano Ulivieri, project manager, personal life e love coach, attivista dei diritti dei disabili. Una mattina, Max si presentò al liceo per parlare della propria esperienza e lo fece con una schiettezza tale da essere seguito da tutti noi, ragazzini esuberanti, calati nel suo racconto perché senza ipocrisie. Quando gli chiesero se per strada le persone lo guardavano, reagì affermando “Che c’è di male? Anch’io mi volto se vedo una donna completamente tatuata”.

Contenuto pubblicitario

A Bologna lavora nel campo del turismo accessibile e, soprattutto, è responsabile del progetto www.lovegiver.it volto a istituire in Italia dell’assistente sessuale, perché anche i disabili hanno diritto a scoprire e vivere la propria sessualità. In poche parole, un personaggio magari poco avvezzo alle logiche politiche, ma che riesce a esprimere a pieno la capacità di lottare per i propri diritti.

0 Commenti

Devi fare login per commentare

Login

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.