Sanità
Occhi sempre più stanchi. Smartphone, stili di vita e quella vista che dimentichiamo di proteggere
Gli smartphone ci accompagnano ovunque: li accendiamo al mattino e li spegniamo, forse, solo poco prima di dormire. Lavoriamo, leggiamo, scriviamo, guardiamo, scorriamo immagini, ascoltiamo notizie. Ma mentre le nostre giornate si consumano dietro a uno schermo, la nostra vista si affatica, lentamente e silenziosamente.
Non è allarmismo. È ciò che la comunità scientifica osserva da tempo: l’uso prolungato e scorretto degli schermi digitali affatica gli occhi, può causare bruciore, secchezza, difficoltà di messa a fuoco, visione appannata, mal di testa. Una condizione sempre più diffusa, nota come sindrome da visione al computer. E oggi, paradossalmente, colpisce anche chi il computer non lo usa affatto, ma passa ore al telefono.
Gli oculisti spiegano che fissare per troppo tempo un display riduce il numero di battiti di ciglia, rendendo gli occhi più secchi. Se poi lo facciamo al buio, o senza pause, il disagio si amplifica. Nei bambini, l’effetto è ancora più delicato: l’abuso precoce degli schermi è stato associato a un aumento della miopia, una condizione che, se non intercettata, può evolvere rapidamente e diventare invalidante.
A peggiorare il quadro c’è anche la cosiddetta luce blu, emessa da smartphone, tablet e computer: interferisce con i ritmi sonno-veglia e, secondo alcune evidenze in fase di studio, potrebbe accelerare il naturale invecchiamento della retina. Nulla di irreversibile, certo, ma abbastanza per richiedere attenzione, soprattutto nei più giovani.
Prevenzione quotidiana: piccoli gesti, grandi effetti
La buona notizia è che prevenire si può, e non è affatto complicato. I medici non chiedono di rinunciare alla tecnologia, ma di imparare ad usarla meglio. Per esempio, seguire la regola del 20-20-20: ogni 20 minuti davanti a uno schermo, alzare lo sguardo per 20 secondi e guardare qualcosa a 6 metri di distanza. Una pausa minima, ma efficace.
È importante non usare il telefono al buio, regolare bene luminosità e contrasto, usare lacrime artificiali se gli occhi risultano secchi, e soprattutto non trascurare i controlli periodici, anche in assenza di sintomi. Per i bambini, le raccomandazioni sono chiare: niente schermo sotto i 2 anni, uso limitato nei primi anni scolastici, e molto più tempo all’aria aperta, che protegge la salute visiva e rallenta la progressione della miopia.
Eppure, parliamo poco di vista
In un’epoca in cui la salute è al centro del dibattito pubblico, c’è un aspetto che continua a restare in ombra: la vista. Eppure è il senso che ci guida nel mondo. Ci permette di riconoscere i volti, leggere, lavorare, vivere con autonomia. Nonostante questo, la prevenzione oculare resta ai margini dell’agenda sanitaria.
Per questo motivo è nata la Carta della Salute dell’Occhio, un documento promosso da APMO – Associazione Pazienti Malattie Oculari, con il contributo delle principali società scientifiche dell’oculistica e di numerosi esperti, clinici, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni.
La Carta, già presentata in diverse regioni italiane – dalla Puglia alla Liguria – fotografa lo stato dell’assistenza oftalmologica nel nostro Paese, mettendone in luce non solo i progressi, ma anche le lacune: lunghi tempi di attesa, carenze di personale, tecnologia obsoleta, difficoltà di accesso ai farmaci e alle terapie.
Come ha dichiarato Francesco Bandello, presidente di APMO e direttore della Clinica Oculistica dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: Le malattie oculari non mettono a rischio la vita, ma compromettono profondamente la qualità dell’esistenza. Proteggere la vista significa investire in salute, autonomia e sostenibilità per il sistema sanitaro».
La Carta: un patto per guardare più lontano
La Carta propone azioni concrete: percorsi di prevenzione, più investimenti per l’oculistica, più educazione alla salute visiva. Accanto a questo, APMO ha promosso anche la campagna nazionale “La salute dei tuoi occhi NON perderla di vista”, che porta in tutta Italia eventi pubblici, screening gratuiti e incontri di informazione e sensibilizzazione.
In Liguria, ad esempio, sono in programma tre tappe tra giugno e settembre, dedicate a maculopatie, miopia e occhio secco. Un’occasione per parlare di salute visiva nei luoghi della vita quotidiana, dove la prevenzione può davvero fare la differenza.
Vedere è vivere. La vista non è un dettaglio. È una parte essenziale della nostra libertà. Proteggerla significa prendersi cura della nostra qualità di vita, ogni giorno, con piccoli gesti: una pausa dallo schermo, una visita di controllo, una passeggiata alla luce naturale.
La Carta della Salute dell’Occhio non è solo un documento tecnico. È una chiamata alla responsabilità collettiva.
Vedere bene non è un privilegio. È un diritto; imparare a difenderlo è il primo passo per guardare davvero avanti.
Per saperne di più e consultare la Carta:
www.associazionepazientimalattieoculari.it/carta-salute-occhio
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