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Cosa pensano gli italiani dei referendum? Che sono importanti, ma poi li disertano
Cosa pensano gli italiani dei referendum? Mentre si avvicina il prossimo appuntamento dell’8 e 9 giugno può essere utile rispondere a questa domanda per riflettere sullo strumento di partecipazione, al di là dei contenuti dei singoli quesiti.
Colpisce in primo luogo l’elevato consenso alla consultazione referendaria, come modalità di espressione diretta e personale e riavvicinamento alla politica, in un momento in cui continua a crescere la sfiducia dei cittadini nei confronti dei partiti.
Il 49% degli intervistati dichiara di aver firmato per una petizione e/o referendum per far valere le proprie posizioni politiche, a testimonianza dell’interesse a trovare canali d’espressione e di partecipazione. Un altro dato che induce a non rinunciare a riflettere sulla politica e sul suo ruolo fondamentale come nutrimento del senso civico indispensabile all’esistenza umana nella sua dimensione sociale.
La disaffezione politica non riguarda il vissuto e i bisogni dei cittadini , sempre vivi, ma specificamente lo stato della politica così come viene esercitata e interpretata dall’offerta attuale, per cui l’83% degli italiani afferma di ‘sentirsi estraneo al linguaggio della politica e dei partiti’
E’ interessante inoltre evidenziare le categorie sociodemografiche che maggiormente manifestano il bisogno di partecipazione. E non stupisce che siano soprattutto i giovani, le donne, gli abitanti dei piccoli medi centri e del sud e isole.
Cittadini che maggiormente avvertono un senso di esclusione dai meccanismi di rappresentatività così come si realizzano nel nostro paese.
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