
Religione
Conclave, le previsioni dei bookmakers sul prossimo Papa
Per i bookmakers internazionali il Conclave è una sfida come un’altra. William Hill, BetUS e Polymarket hanno pubblicato le loro quote sui candidati al papato. Ecco una panoramica dei primi 15 papabili secondo le principali agenzie di scommesse, cui anche la più autorevole stampa internazionale dà attenzione e credito. Non sempre i bookies ci prendono, ed è solo il caso di ricordare che l’elezione di Bergoglio era quotata prima del precedente Conclave a 25: insomma, non era proprio un favorito. In ogni caso, ecco le quote medie dei principali bookmakers sui primi 15 “papabili” al Conclave che si sta per aprire sono queste:
Posizione | Cardinale | Paese | Quote medie | Probabilità stimata |
---|---|---|---|---|
1 | Pietro Parolin | Italia | 15/8 | 34,8% |
2 | Luis Antonio Tagle | Filippine | 5/2 | 28,6% |
3 | Peter Turkson | Ghana | 5/1 | 16,7% |
4 | Matteo Zuppi | Italia | 7/1 | 12,5% |
5 | Pierbattista Pizzaballa | Italia | 7/1 | 12,5% |
6 | Robert Sarah | Guinea | 8/1 | 11,1% |
7 | Péter Erdő | Ungheria | 9/1 | 10,0% |
8 | Jean-Marc Aveline | Francia | 14/1 | 6,7% |
9 | Fridolin Ambongo Besungu | Rep. Dem. Congo | 16/1 | 5,9% |
10 | Kevin Farrell | USA/Irlanda | 25/1 | 3,8% |
11 | Robert Prevost | USA | 18/1 | 5,3% |
12 | Raymond Leo Burke | USA | 20/1 | 4,8% |
13 | Reinhard Marx | Germania | 25/1 | 3,8% |
14 | Christoph Schönborn | Austria | 33/1 | 2,9% |
15 | Jean-Claude Hollerich | Lussemburgo | 33/1 | 2,9% |
Se queste sono le “quote”, qui sotto in breve trovate i profili dei principali cardinali considerati papabili in vista del Conclave dai bookmakers. I nomi ovviamente non sono diversi dagli elenchi pubblicati dagli organi di stampa di tutto il mondo:
Card. Pietro Parolin (Italia)
Segretario di Stato vaticano, Parolin rappresenta l’esperienza diplomatica e la competenza di governo. È visto come il candidato della continuità istituzionale. Abile negoziatore, vicino ai grandi dossier internazionali, la sua elezione sarebbe un messaggio di rassicurazione. Tuttavia, alcuni critici lo percepiscono come troppo “curiale” rispetto a un’eventuale richiesta di rinnovamento.
Card. Luis Antonio Tagle (Filippine)
Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione dei Popoli, Tagle rappresenta il volto giovane e missionario della Chiesa globale. Spesso definito “il Francesco asiatico”, ha conquistato consenso soprattutto in Asia e Africa. Tuttavia, alcuni porporati potrebbero considerare la sua elezione un rischio per la mancanza di radici nella Curia romana.
Card. Peter Turkson (Ghana)
Già presidente del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, esperto di temi sociali e ambientali; sarebbe il primo Papa africano dell’epoca moderna.
Card. Matteo Zuppi (Italia)
Presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, Zuppi è definito “il vescovo della misericordia”. Figura carismatica, vicina agli ultimi e protagonista in missioni di pace, gode di forte stima tra i cardinali latinoamericani e africani. Il suo legame con la Comunità di Sant’Egidio rafforza la sua immagine di pontefice “di dialogo”.
Card. Pierbattista Pizzaballa (Italia – Patriarca di Gerusalemme)
Pizzaballa porta con sé il peso della testimonianza cristiana in Medio Oriente. Attento ai temi della convivenza interreligiosa e della pace, è apprezzato per il suo profilo pastorale concreto. La sua candidatura, rilanciata anche da The New York Times e L’Osservatore Romano, indica una Chiesa sempre più attenta alle periferie del mondo.
Card. Robert Sarah (Guinea)
Prefetto emerito del Culto Divino, esponente del mondo tradizionale, difensore della liturgia e della dottrina; sarebbe un Papa di forte impronta identitaria e conservatrice. I suoi 79 anni sono un’arma ha doppio taglio: è anziano, è vero, ma questo potrebbe aiutarlo a presentarsi come figura di transizione.
Péter Erdő (Ungheria)
Giurista di fama e già presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, Erdő è il candidato dei settori più tradizionalisti. Con un profilo sobrio e teologicamente rigoroso, sarebbe una scelta di “stabilità dottrinale”, apprezzata soprattutto nell’Est Europa e da parte della curia romana. Le Monde e Frankfurter Allgemeine Zeitung sottolineano tuttavia che potrebbe risultare meno incisivo nella gestione delle sfide globali.
Card. Jean-Marc Aveline (Francia)
Arcivescovo di Marsiglia, nato in Algeria, Aveline incarna la Chiesa del Mediterraneo multiculturale. La sua attenzione al fenomeno migratorio e al dialogo interreligioso lo rendono un candidato innovativo. Recentemente salito agli onori della cronaca per il forte discorso sul dramma dei migranti, gode di ampi consensi tra i cardinali più giovani.
Card. Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo)
Arcivescovo di Kinshasa. Molto vicino alle istanze sociali africane; rappresenterebbe un’elezione “dal Sud globale”. Le Monde e Jeune Afrique lo citano tra i papabili “a sorpresa”.
Card. Kevin Farrell (Irlanda/USA)
Camerlengo di Santa Romana Chiesa, già prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Più amministratore che pastore, non tra i primissimi nomi, ma comunque menzionato come “possibile compromesso”.
Card. Robert Prevost (USA)
Prefetto del Dicastero per i Vescovi, originario di Chicago e missionario in Perù, Prevost unisce esperienza pastorale e conoscenza della macchina ecclesiale. Profilo basso, ascolto attento e visione sinodale lo rendono un outsider di peso. Il suo nome cresce soprattutto tra coloro che auspicano una continuità discreta con il pontificato di Francesco.
Sul Conclave dunque i bookmakers hanno detto la loro. Non resta che attendere il “parere”… dei Cardinali!
Immagine di copertina, JEFFREY BRUNO/ALETEIA Image Department, licenza Creative Commons
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