Prontuario di letture urgenti per gli insegnanti trasferiti dal Sud a Milano

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3 Settembre 2015

Ecco una lista molto provvisoria, dettata a tambur battente e postata su Facebook.

1) ” A Milano non fa freddo” di Giuseppe Marotta, napoletano che amava Milano. Giace nel cimitero milanese di Musocco; 2) “L’integrazione” e “La vita agra” di Luciano Bianciardi. Bianciardi era un laureato in filosofia maremmano piuttosto fumino. Anarchico e poeticamente disinteressato ai soldi. Sfotteva spesso Milano (soprattutto quella del mondo editoriale) ma senza Milano non sarebbe stato Bianciardi. La sua opera disegna il tragitto dialettico, da allora diventato “classico”, dell’integrazione/disintegrazione con Milano; 3) “Il Meridionale di Vigevano” e anche “Il maestro di Vigevano” di Lucio Mastronardi. Siamo fuori porta rispetto a Milano ma tra atmosfere impiegatizie o scolastiche. Necessarie per superare con tipica cura omeopatica il dolore con il dolore. 4) “Demetrio Pianelli” di Emilio De Marchi, romanzo di struggente bellezza sulla tragedia di un povero impiegato postale: per impaesarsi nelle atmosfere milanesi di fine secolo (vi appare nelle primissime pagine in mezzo a scene di carnevale ambrosiano “Il bianco fantasma del Duomo”). Non si vive in un posto se trascuri la sua profondità prospettica, anche letteraria; 5) “Per le vie”, i racconti meneghini di Giovanni Verga. Precisa toponomastica cittadina e tranches de vie fin de siècle. Deliziosa prosa di un siciliano in trasferta milanese. Certo non è il suo mondo, ma l’etneo si impegna; 6) “L’Adalgisa”, “Meditazione milanese” e “La cognizione del dolore” di Carlo Emilio Gadda. Imprescindibili per capire “l’aria” di Milano e del suo contado naturale, la Brianza, attraverso la prosa bisbetica, umorale, spastica, geniale del suo più grande scrittore. Film suggerito: “Il posto” di Ermanno Olmi. Mattine umide di nebbie di impiegati pendolari tra Treviglio e Milano. Scorci della stazione di Lambrate. Sottocutaneo dolore di vivere.

Foto. Un’immagine tratta dal film di Ermanno Olmi “Il posto” (1961)

TAG: bianciardi, Gadda, letteratura, Mastonardi
CAT: Letteratura

Un commento

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  1. francesco-jsb 9 anni fa

    Al di là delle letture consolatorie, gli insegnanti trasferiti dovrebbero smetterla di lamentarsi, accettare come le persone normali, però pretendere che la “ditta” (il Ministero) paghi loro il viaggio e l’alloggio, almeno per un congruo periodo. Così fanno anche le ditte private che mandano i propri dipendenti all’estero o fuori sede.

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