Morganti: “con Fund for Impact 1.25 miliardi di prestiti ai primi esclusi”
Il rapporto sulla sussidiarietà è un’indagine condotta annualmente su un aspetto della vita sociale, economica, o istituzionale del Paese analizzato secondo la particolare ottica della sussidiarietà. Nell’affrontare questi cruciali aspetti della vita pubblica, il principio di sussidiarietà, sempre più presente nel dibattito sociale e politico italiano, si è rivelato un criterio interpretativo di particolare valore ed efficacia nel rendere le scelte relative al bene comune il più possibile espressione della volontà e dell’iniziativa dei cittadini.
Il rapporto 2019-2020, intitolato “Sussidiarietà e.. finanza sostenibile”, presentato ieri in streaming dalla sede milanese della Fondazione Cariplo, è più ampio dei precedenti. Il contesto in cui è nato ed è stato elaborato, infatti, affermano i curatori Maurizio Brugnoli, Luca Erzegovesi e Giorgio Vittadini, impone una riflessione “senza precedenti”. L’emergenza Coronavirus ha accelerato processo di analisi politico-culturale iniziata con la grande crisi finanziaria del 2008.
Il rapporto realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà è dedicato in questa edizione ad approfondire le dinamiche più rilevanti in atto nel panorama della finanza europea e italiana in riferimento all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Durante la presentazione, Marco Morganti, responsabile direzione impact di Intesa Sanpaolo, esposto il caso del “Fund For Impact” istituto da Intesa Sanpaolo. Si tratta di un fondo di 250 milioni di euro che consente l’erogazione di prestiti per complessivi 1,25 miliardi a categorie finora escluse dal credito.
«Quella di Prossima di Intesa Sanpaolo – spiega il responsabile – è una rivoluzione del modo di fare banca: per usare i concetti del documento di presentazione, una grande banca crea impatto in ogni sua attività: un aeroporto, un ospedale, un mutuo per l’acquisto di casa, il finanziamento di un’auto hanno un impatto economico e sociale. Ma una banca sa che la società l’attende alla prova della capacità di aprirsi a coloro che si trovano fuori dal cerchio, quei primi esclusi ai quali paradossalmente più serve e meno viene dato il credito: un wider circle nel quale troviamo persone, famiglie, imprese nella necessità del credito per superare una difficoltà, per progettare il futuro, per diventare domani accettate e ambite dalle banche».
«Gli ambiti di applicazione del Fund for Impact di Intesa Sanpaolo -continua Morganti – sono vastissimi: imprenditori immigrati, workers buyout, prestiti per l’istruzione, startup universitarie. Per questo è stato necessario dotarlo di iniziali 250 milioni di consistenza, pari allo 0.5% del patrimonio del gruppo; il che ci consentirà di fare fino a 1.25 miliardi di prestiti ai primi esclusi. La prima operazione del nuovo corso è stata rivolta agli studenti universitari italiani. Tutti quanti sono: basta che siano iscritti e che dal momento in cui ricevono il credito mantengano un ritmo regolare di studi, dando gli esami previsti dal piano. Le operazioni dei prossimi mesi riguarderanno le madri lavoratrici e i lavoratori che hanno perduto il posto e non ancora maturato i requisiti pensionistici potranno usufruire di un prestito impact con il quale pagare i contributi obbligatori INPS».
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