Gaza

Medio Oriente

Le Forze di Occupazione Israeliane stimano che a Gaza ci siano 425mila palestinesi in meno

Alla fine del 2022 vivevano nella Striscia di Gaza circa 2.375,259 persone. Secondo uno studio di Harvard oggi sono 1 milione 850. Centomila sono riuscite a scappare

13 Giugno 2025

Secondo un recente studio di Harvard dal titolo “The Israeli/American/GHF “aid distribution” compounds in Gaza: Dataset and initial analysis of location, context, and internal structure”, le Forze di Occupazione Israeliane (IOF) stimano che approssimativamente la popolazione in vita ancora a Gaza sia: 1 milione, nell’area di Gaza City; 350.000, nell’area centrale; 500.000, nell’area attorno a Mawasi, per un totale di 1 milione 850 abitanti.

Alla fine del 2022 vivevano nella Striscia di Gaza circa 2.375.259 persone, una popolazione divisa a metà tra maschi (50,7 per cento) e femmine (49,3 per cento), stando ai dati riportati allora dal Ministero degli Interni di Gaza. La Striscia di Gaza è un’area di 360 km² di superficie facente parte del territorio palestinese. Affaccia sul mar Mediterraneo e confina con Israele a nord e a est, mentre a sud con l’Egitto. Il territorio palestinese della Cisgiordania si trova più a nord-est. La Striscia è stata definita da organizzazioni non governative come Human Rights 50 Watch una “prigione a cielo aperto”, ben prima di questa ultima guerra.

Per le Forze di Occupazione Israeliane ci sarebbero a Gaza circa 425.000 palestinesi in meno rispetto a prima dell’assedio, ovvero prima dell’ottobre 2023. Quelli che sono riusciti ad uscire non superano i 100.000. Che ne sarebbe dei 325.000 palestinesi che, escludendo quelli che sono riusciti ad andar via, le IOF non starebbero conteggiando più tra la popolazione di Gaza?

Il rapporto di Harvard – si legge nell’introduzione – fornisce mappe, dati di localizzazione e una breve analisi iniziale dei complessi di distribuzione degli aiuti israeliani/americani/GHF, rapidamente costruiti e operativi a Gaza nel maggio del 2025. La relazione geografica complessiva di questi centri con la popolazione di Gaza e con le infrastrutture di controllo militare israeliano su Gaza, nonché la loro architettura interna coerente, suggeriscono che la loro progettazione sia prevalentemente in risposta alla strategia e alle tattiche militari israeliane, piuttosto che finalizzata a un intervento umanitario di ampio respiro.

La maggior parte della popolazione di Gaza vive nell’area di Gaza City e non può accedere a nessuno dei centri di aiuto e assistenza, poiché sono separati dal sud di Gaza dall’enorme strada e corridoio di Netzarim, spopolato e pericoloso.

Gaza
I cerchi rossi indicano i cinque centri di aiuti umanitari. Le macchie grigie sono indicazioni molto approssimative delle tre enclave della popolazione di Gaza, con stime dell’IDF sul numero di persone per ciascuna. Le linee nere indicano alcune delle strade militari più recenti e sentieri sterrati nel nord di Gaza, nonché i corridoi di Netzarim e Morag. Si può notare che la popolazione di Gaza City non può accedere a nessuno dei complessi di aiuti umanitari senza (a) una lunga camminata attraverso un campo di macerie arido, (b) attraversare la pericolosa strada/corridoio di Netzarim e (c) entrare nella zona di sicurezza di colore rosso, da cui è loro vietato. In breve, gli abitanti di Gaza City non possono accedere agli aiuti nei complessi esistenti.

Le misure apparentemente umanitarie sembrano riguardare meno il rispetto del diritto e della prassi umanitaria internazionale e più il tentativo di ostentarlo, utilizzandole al contempo per promuovere gli sforzi tattici e strategici dell’IDF nella guerra. 

Come per i precedenti rapporti di questa serie, il rapporto è stato redatto rapidamente per fornire informazioni in tempo reale sugli eventi in corso.

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La foto di copertina mostra la distanza in linea d’aria dal centro più vicino per tutte le aree di Gaza, sovrapposta alle valutazioni approssimative della posizione e del numero di persone che attualmente risiedono in tre enclave. Si può presumere che gli spostamenti avvengano prevalentemente a piedi. Pertanto, l’area di riferimento praticabile dei complessi e il meccanismo di erogazione per nucleo familiare escludono una parte significativa della popolazione. L’infrastruttura militare israeliana è stata tracciata dalle immagini satellitari PLANET. La zona cuscinetto è stata ricavata dal sito web dell’IDF, come descritto nei precedenti comunicati stampa di questa serie. Le posizioni dei luoghi provengono dalle mappe dell’OCHA. Le stime della popolazione nelle enclave provengono da fonti dell’IDF riportate dai media.

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