Domenica 22 e lunedì 23 ottobre, i cittadini dei cinquantacinque comuni della Provincia di Monza-Brianza dovranno scegliere il proprio rappresentante in Senato, nel seggio rimasto vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi. I candidati in corsa sono otto, ma i principali sono Marco Cappato, sostenuto dal centrosinistra e dal M5S, e Adriano Galliani per il centrodestra.
In questi mesi si è parlato della competizione elettorale e delle alchimie politiche, ma poca attenzione ha avuto un territorio che di fatto è uno dei più importanti per l’economia della Lombardia e dell’intero Paese.
Qual è la situazione economica e sociale del territorio? Per rispondere a questa domanda, e per approfondire alcune questioni, abbiamo parlato con Luca Mandreoli (responsabile dell’area migranti e politiche sociali della Cgil di Monza e Brianza), Matteo Furcas (coordinatore dell’associazione di promozione sociale “Diritti Insieme” che si occupa di inclusione, multietnicità e integrazione) e Walter Palvarini (segretario generale della Cgil in Brianza).
Luca Mandreoli e Matteo Furcas spiegano che le attività dell’associazione “Diritti Insieme” si concentrano principalmente nei corsi di italiano per stranieri, e in una serie di attività collegate, ossia iniziative culturali che creano relazioni con le comunità straniere presenti sul territorio, ma anche con le altre associazioni del terzo settore che operano in questo campo.
Alla luce della loro esperienza con la composizione delle classi, ma anche con il supporto dei dati Istat, ci spiegano che la loro provincia ha un tasso di migranti regolarmente residenti che è simile a quello della Regione Lombardia, quindi tra i più alti in Italia, ma assolutamente in media con il dato regionale.
Rispetto ai grossi centri urbani la Brianza ha una presenza che non è fortemente segregata e i cittadini stranieri sono distribuiti a macchia di leopardo sui comuni della provincia. Ci sono poi dei quartieri particolari in cui si è creata una segregazione residenziale determinata proprio dal mercato immobiliare. Per una famiglia straniera è molto molto difficile trovare una casa in affitto e spesso la trova solamente da altri connazionali, di conseguenza molto spesso si si vanno a stabilire negli stessi quartieri.
A Monza sono da sempre molto presenti le comunità sudamericane, ma soprattutto nell’ultimo periodo è cresciuta la comunità peruviana, perché il Perù è diventato “esente visto” e sono arrivati molti cittadini a seguito di ricongiungimenti familiari. Si tratta di comunità che lavorano sul territorio da tantissimo tempo in particolare nel settore dell’assistenza familiare e nel comparto socio sanitario delle residenze per anziani.
C’è poi una grossa comunità che arriva dal Nord Africa, e in particolare dal Marocco e dall’Egitto, impegnata principalmente nel settore dell’edilizia che è in forte espansione.
Un esempio delle attività dell’associazione è quello che si svolge nel quartiere San Rocco di Monza, storico quartiere popolare con una forte presenza di immigrati dal Sud Italia, dove una scuola ha richiesto un corso di italiano specificatamente per le mamme degli alunni stranieri.
L’associazione, che ha sede proprio all’interno della Camera del Lavoro e che può contare su informazioni dirette che arrivano ad esempio dai cantieri, comunica che dal punto di vista dell’integrazione non ci sono i problemi che molto spesso sono stati raccontati. Un esempio di quanto appena affermato è che in questo momento il numero dei richiedenti asilo è più o meno lo stesso del 2016, ma in quella occasione si faceva campagna elettorale dando l’idea che ci fosse un’emergenza e sembrava che in Brianza stesse arrivando un’invasione.
Una visione costruita dunque più dal racconto che dalla realtà in un territorio che per paradosso avrebbe bisogno di manodopera. Questo racconto su una Brianza ormai satura è stato a maggior ragione smentito quando, allo scoppio del conflitto in Ucraina, il territorio è stato uno dei più accoglienti.
La Brianza viene raccontata come la terra della Lega, ci si immagina un territorio molto ostile rispetto ai migranti, ma in realtà esiste un’ottima rete associativa del terzo settore che collabora con la Caritas e con l’associazionismo cattolico, e la stessa popolazione si è data molto da fare in questi anni.
Le attività dell’associazione “Diritti Insieme” portano poi alla costruzione della socialità tra i migranti stessi, ma anche all’integrazione con la popolazione locale, anche grazie a feste che mettono in comunicazione tra loro le diverse culture, anche culinarie.
Uno dei successi più belli è il caso di Mohammed, un ragazzo marocchino che dopo aver seguito un corso di italiano è diventato a sua volta insegnante.
“Diritti Insieme” chiede di non guardare all’immigrazione come un problema, ma sempre più come una risorsa, e quindi di attivarsi di conseguenza. Molte delle attività dell’associazione dovrebbero essere già presenti nel settore pubblico, che invece è sempre più definanziato.
Mandreoli e Furcas chiedono poi alla Questura di Monza di velocizzare i tempi di rinnovo dei documenti dei cittadini stranieri, affinchè non ci sia il rischio di agevolare il lavoro nero, ma soprattutto non si rischi di far interrompere ad esempio le cure a delle persone che vivono una condizione precaria di salute.
Il territorio di Monza e della Brianza è tornato alla ribalta grazie alle elezioni per sostituire Berlusconi al Senato, ma si parla poco della parte economica legata al lavoro. Per questo abbiamo parlato con Walter Palvarini, che però fa subito una precisazione:
Non vedo tutto questo ridestato interesse sulla provincia di Monza-Brianza. Devo dire che noi non lo abbiamo notato e anzi abbiamo la sensazione che non interessi a molti. Tendenzialmente qui non si vede molto movimento o grande fervore.
Palvarini ci spiega che questa situazione è però abbastanza normale dato che parliamo di un solo seggio che, per quanto importante, non coinvolge milioni di elettori, e per il quale secondo lui si assisterà ad una importante quota di astensionismo.
Passando poi alla questione del lavoro, il segretario ci racconta che già a luglio la CGIL aveva avvertito su un rallentamento dell’economia che sarebbe arrivato nella seconda parte dell’anno. In quel periodo il governo parlava di un’ottima crescita trainata dal turismo, ma dopo la metà di agosto il Paese ha scoperto sui giornali che in verità qualcuno parlava addirittura di recessione.
Se il governo non trova le risorse per fare una legge di bilancio è intuibile che ci siano delle difficoltà, confermate tra l’altro dalle informazioni che abbiamo raccolto sui luoghi della produzione, dove venivano allungati i periodi di ferie e dove non si facevano più assunzioni.
Una volta capito che l’allarme si stava concretizzando abbiamo espresso la nostra preoccupazione, più che fondata considerando che abbiamo notizia di richieste di cassa integrazione e di un rallentamento dell’economia soprattutto in alcuni settori. Le scelte fatte in quest’ultimo anno non mi pare che portino a immaginare un aumento del PIL.
Per Palvarini questo ragionamento si può estendere a tutto il Paese e pone poi attenzione su un punto fondamentale:
La produzione, anche in provincia di Monza-Brianza, è in buona parte legato alla Germania, ma il governo ha sottovalutato la recessione che già da qualche mese aveva investito l’economia tedesca. Non siamo certamente tornati al 2008, ma non possiamo neanche parlare di un trionfo.
Questo è uno dei temi centrali nelle nostre manifestazioni e in particolare di quella generale tenutasi il 7 ottobre a Roma, dopo centinaia di assemblee sui luoghi di lavoro. Abbiamo sicuramente un problema legato al rinnovo di contratti, alla precarietà, alla mancanza di politiche industriali, ma anche problemi importanti per quanto riguarda la sanità (con tempi di attesa lunghissimi).
Negli ultimi tempi la CGIL di Monza-Brianza ha organizzato molti eventi che hanno visto una grande partecipazione. Un esempio su tutti è stato il flash mob tenutosi davanti al liceo Zucchi e all’ospedale San Gerardo, organizzato insieme con alcune associazioni e con l’intento di spiegare a cosa servono le tasse.
Una manifestazione che nasce dalla volontà di sovvertire il messaggio lanciato da esponenti della maggioranza secondo cui le tasse sono un furto o, come affermato dalla Presidente del Consiglio, un pizzo di stato.
Per chiudere è interessante la visione di Palvarini sul radicamento di Berlusconi, Galliani e del centrodestra sul territorio:
A me non pare che ci sia una presenza così forte e non vedo tutto questo radicamento territoriale. Si certo hanno comprato il Monza Calcio, ma la visibilità deriva più da quello e dalla propaganda fatta sui media piuttosto che da una reale presenza sul territorio. Sappiamo tutti dov’è la villa di Arcore e conosciamo la storia di questi luoghi, ma parlare di un forte radicamento mi sembra imprudente.
Al di là delle opinioni delle varie parti sociali, e delle speranze dei principali schieramenti in corsa, è doveroso presentare qualche dato reale ricavabile da alcune passate elezioni nel territorio preso in esame.
Alle elezioni politiche di settembre 2022 nel collegio senatoriale di Monza-Brianza, dove venne eletto Berlusconi, il centrodestra ottenne il 50,27% di voti, mentre il centrosinistra prese il 27,13%.
Nelle elezioni che si stanno per svolgere, saranno però presenti nella coalizione a sostegno di Cappato forze che non hanno fatto parte della coalizione di centrosinistra presentatasi alle politiche. Dobbiamo sommare quindi a quel 27,13% anche il 10,16% del Terzo Polo (andrebbe in questo caso considerata la scissione di Renzi e la sua posizione su Cappato) e il 7,76% del Movimento 5 Stelle.
Tralasciando i risultati dei partiti minori e fuori dai principali schieramenti, ci troviamo quindi ad analizzare una situazione che ha visto primeggiare il centrodestra con quel 50,27%, ma che non si distacca troppo dalla somma dei voti di cui parlavamo prima e che avrebbe portato il centrosinistra al 45,05%.
La politica non è solo matematica e gli equilibri possono cambiare velocemente, ma resta da capire se davvero il centrosinistra riuscirà a colmare quella differenza attingendo ad esempio da quel 30% di astensione che invece qualcuno teme possa crescere.
Lo stesso ragionamento fatto sui numeri vale per le ultime elezioni regionali, dove nella circoscrizione Monza-Brianza il centrodestra ha vinto con il 53,73% e il centrosinistra (stavolta insieme al M5S ma separato dal Terzo Polo che si era presentato puntando su Letizia Moratti, ora tornata a Forza Italia, ottenendo il 10,59%) ha preso il 34,19%.
Alle elezioni comunali di Monza dello scorso giugno ha invece vinto, al ballottaggio, il centrosinistra con l’elezione a Sindaco di Paolo Pilotto. Il 51,21% dei voti presi da Pilotto al secondo turno arrivano però dopo i vari apparentamenti, grazie anche alle liste locali, ma soprattutto con un’astensione maggiore del 60%.
Insomma è difficile non considerare il territorio brianzolo una “roccaforte” del centrodestra
Saprà Galliani replicare i risultati di Berlusconi? La domanda sorge spontanea considerando la sua assenza dai dibattiti e dalle dinamiche elettorali locali. L’esposizione di Galliani è senza dubbio legata alle vicende del Monza Calcio, ma nel frattempo Cappato si è mosso molto sul territorio, mobilitando un gran numero di volontari, coinvolgendo un maggior numero di movimenti che tendenzialmente sono stati esterni alle precedenti consultazioni elettorali, e spingendo su battaglie che potrebbero far muovere i voti di chi il voto precedente ha rinunciato a darlo.
Insomma un risultato tutto da scrivere che potrebbe non solo evidenziare le preferenze politiche dei brianzoli, ma anche servire a livello nazionale per capire se davvero un centrosinistra unito può avere chance di battere la destra attualmente al governo.
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