Partiti e politici
Generale Vannacci, le risposte alle domande più comuni
In un tempo in cui si parla molto di uguaglianza e lotta per i diritti umani ciò che fa scalpore, in un certo senso, lo si trova sempre. Così parlò il Generale Roberto Vannacci. Un uomo salito agli albori delle cronache giornalistiche e comunicative per un suo libro, pubblicato il mese scorso, dal titolo “Il mondo al contrario”.
Quanto ha venduto il libro di Vannacci?
Certi contenuti hanno fatto stridere le orecchie e spalancato gli occhi ad associazione impegnate nei diritti civili e omosessuali, in particolare. Questo perché, in un passaggio, si definisce tutto ciò: “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione”.
Una frase che, naturalmente, non poteva passare inosservata, creando un vero e proprio caso politico e diplomatico. Le reazioni del mondo politico, sia da una parte che dall’altra, non sono tardate ad arrivare.
Un’operazione editoriale basata sull’autopubblicazione, decisamente redditizia in termini economici. Basti pensare che il libro del Generale Vannacci ha venduto quasi 1 milione di copie fino ad ora. 830mila la stima ufficiale, per la precisione.
Nonostante in estate c’è sempre grande voglia di divertirsi e, quindi, in un paese che già legge poco in inverno, figurarsi in estate, il libro del Generale è stato un vero e proprio caso di successo. Almeno dal punto di vista quantitativo.
Al primo posto in assoluto nella classifica speciale dei saggi più letti e ricercati tra Amazon e dintorni. Tutto ciò favorito dall’intermediazione di KDP, un metodo di pubblicazione basato sull’autoricezione dei proventi digitali, senza passare necessariamente dall’editore di turno. In pratica, un modo alternativo di guadagno personale.
I numeri non finiscono qui: si viaggia ad un ritmo di quasi 10mila copie vendute al giorno. Il doppio rispetto alla concorrenza collocata nelle posizioni inferiori. In ogni caso, Vannacci può vantare una vera e propria fortuna con il suo volume. E il ritmo è destinato solamente ad aumentare, considerando il clamore mediatico ancora in essere rispetto all’argomento in questione.
Come si chiama il libro di Vannacci?
“Il mondo al contrario”, il titolo del libro di Roberto Vannacci, intende lanciare una vera e propria provocazione di massa. Di fatto, combatte la stessa massa, ma lo fa da una prospettiva, per l’appunto, opposta.
Come se incarnasse il pensiero comune di una fetta di persone che si considerano non adatte ad un certo tipo di società. Esprime quel senso di frustrazione e di disorientamento rispetto ad una “normalità” in continuo mutamento.
Il focus del saggio è la percezione contraria della società. Mentre tutto procede verso l’innovazione e l’evoluzione, l’autore pone l’accento, invece, su un aspetto della vita quotidiana e della realtà poco reclamizzato, vale a dire gli antagonisti. Chi sono? Coloro che criticano la direzione verso cui sta andando la società.
Non è un caso se gruppi di persone determinate vengono prese di mira, come ad esempio omosessuali, ambientalisti e vegani. Soggetti che rappresentano una sorta di attentato al concetto stesso di “normalità”, secondo quanto enunciato. Ed è proprio questo che ha scatenato l’indignazione dell’opinione pubblica, insorta vigorosamente e desiderosa di risposte.
Dove si compra il libro di Vannacci?
Il libro del Generale Vannacci è diventato ormai un vero e proprio cult, soprattutto su Amazon. È questo il canale di riferimento dove poterlo acquistare, per chi non si fosse ancora attivato in questo senso.
Eppure tantissima gente, spinta dalla curiosità e dall’interesse verso il trend topic del momento, si è riversata nelle diverse librerie italiane, ma non tutte ne erano fornite, se non nessuna. Questo è il prodotto della cosiddetta pratica di autoproduzione. Siccome l’autore ha deciso di prodursi da solo il libro, senza l’ausilio di una casa editrice, ecco spiegato il motivo per cui non si trova nelle librerie.
Tutto ciò, in genere, non coincide necessariamente con un maggior numero di copie vendute sul mercato, tutt’altro. Ma la forza di questo libro sta proprio in questo, vale a dire riuscire a vendere tante copie avvalendosi di una semplice e sommaria autoproduzione. In questi casi il fallimento è dietro l’angolo perché un editore garantisce sempre una maggiore visibilità sul piano squisitamente concettuale. Ma non è stato proprio questo il caso.
Chi è il Generale Vannacci?
La domanda che si sono posti tutti nel momento in cui è scoppiato lo scandalo editoriale è questa: chi è veramente il Generale Vannacci? Un uomo nato a La Spezia 55 anni fa e che vanta una lunghissima esperienza in campo militare.
Basti pensare che è stato Comandante della Task Force 45 ai tempi della guerra in Afghanistan. Un titolo di cui non tutti possono vantarsi. Ex Comandante della spedizione in Iraq. Responsabile paracadutisti della Folgore e dell’Istituto geografico militare.
Il classico soldato che scala le gerarchie fino a diventare una personalità di massimo rispetto e grado. Un ruolo di primo piano anche nella Federazione russa, ma prima che scoppiasse la guerra con l’Ucraina, con deleghe importanti tra Bielorussia e Armenia in campo diplomatico e della difesa.
Perché il libro del Generale Vannacci fa discutere?
Il prodotto di Roberto Vannacci ha acquisito notorietà e rilevanza, politica e sociale, soprattutto per gli espliciti riferimenti agli omosessuali attraverso un linguaggio considerato provocatorio e sessista.
Un caso giunto fino ai vertici dell’Esercito, i quali hanno preso le distanze dalle dichiarazioni suddette. La discussione pone l’accento per lo più su una cosiddetta “dittatura delle minoranze” professata e che starebbe, in pratica, la normalità e lo scorrere naturale delle cose.
È proprio questo il punto su cui insiste l’autore e per cui il resto del mondo, per così dire, ce l’ha tanto con lui. Una sorta di opposizione ad una tendenza moderna di voler cambiare il mondo, ma snaturando la naturalità e l’origine delle cose e della convivialità tra persone.
Contro Vannacci si è scagliato larga parte del mondo politico, ad eccezione di uomini e donne di destra, segnatamente Salvini, i quali hanno preso le sue difese. A sinistra si sono infervorati, soprattutto nel momento in cui alcune frasi poco rispettose sono state rivolte alla campionessa di pallavolo, Paola Egonu, rea di non incarnare alla perfezione l’”italianità” con i suoi “tratti cromatici”.
Il mondo social e sociale allo stesso tempo non gli ha perdonato ancora certe dichiarazioni, a distanza di tempo. Messo alla gogna mediatica, lui ha sempre precisato di essere stato decontestualizzato e non capito fino in fondo.
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