Beni comuni
Intesa e ASSTRA: trasporto pubblico locale tra pandemia e investimenti pubblici
È stato presentato oggi a Bologna il rapporto Intesa Sanpaolo-ASSTRA “La performance delle imprese di trasporto pubblico locale”. Di seguito gli aspetti salienti del rapporto, emersi nel corso dei lavori, ospitati da TPER – Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna in occasione dei 10 anni di attività.
Con la diffusione della pandemia il trasporto pubblico locale (TPL) e la mobilità in Italia nel suo complesso sono state completamente stravolte. Nello scenario pre-Covid, il sistema delle aziende di trasporto pubblico locale e regionale impiegava oltre 124.000 addetti. Con circa 49.000 mezzi, venivano percorsi oltre 1,8 miliardi di vettura-km annui e 228,6 milioni di treni-km, trasportando più di 5,5 miliardi di passeggeri. Il settore, nel suo complesso, produceva un fatturato di circa 12 miliardi di euro.
Tra il 2019 e il 2020 si è registrata una diminuzione del 21% degli spostamenti con l’auto e un crollo del 58% degli spostamenti con mezzi pubblici.
I passeggeri trasportati si sono ridotti di quasi il 47%: se nel 2019 i passeggeri trasportati dalle aziende del campione erano pari a 4,6 miliardi, nel 2020 se ne perdono 2,2 miliardi.
Anche per gli anni 2022 e 2023 si evidenzia un livello della domanda ancora al di sotto dei livelli pre-Covidcon una diminuzione stimata, rispetto al 2019, pari a -21% per il 2022 e -12% per il 2023.
Il calo dei passeggeri trasportati ha comportato minori entrate per la vendita dei titoli di viaggio che, tenuto conto dei guadagni cessanti e dei costi emergenti riconducibili all’emergenza, sono quantificabili per il2022 in misura non inferiore a 1 miliardo di euro,pur prevedendo una ripresa della domanda fino all’80% dei livelli pre-Covid. Tale perdita al momento non trova alcuna misura di compensazione.
Agli effetti devastanti del Covid si aggiunge l’incremento esponenziale dei costi per l’energia di trazione che sta incidendo in modo significativo sull’equilibrio economico finanziario del settore del trasporto pubblico locale. Si stima che le imprese che svolgono servizi di trasporto pubblico locale, anche ferroviario, soggetti ad obbligo di servizio pubblico, nel primo quadrimestre 2022, abbiano affrontato una spesa di circa 220 milioni di euro superiore rispetto allo stesso periodo 2020 e 2021 per l’acquisto di carburanti ed energia elettrica per trazione. A differenza degli altri settori delle public utilities, il settore del trasporto pubblico non ha la possibilitàdi riversare l’aumento dei costi sull’utente, come evidenzia il confronto dell’andamento dei prezzi nel trasporto pubblico locale con gli altri settori delle public utilities.
L’ammontare complessivo dei finanziamenti in contoinvestimenti per il settore del trasporto pubblico locale è pari ad oltre 32,4 miliardi di euro (risorse nazionali, PNRR, FNC, e altri fonti di finanziamento fino al 2033).
Secondo le stime ASSTRA, le nuove risorse previste da PNRR e FNC ad integrazione del Piano strategico nazionale mobilità sostenibile (PSNMS) concorrono a invertire il trend di invecchiamento atteso del materiale rotabile su gomma.
La rilevante iniezione di risorse non consentirà, tuttavia, di completare il processo di sostituzione dei mezzi ante Euro IV secondo le tempistiche previste dalla normativa vigente.
Il costo aggiuntivo per raggiungere un’età media del parco autobus circolante pari a 7,2 anni al 2026 (in linea con l’età media europea che è pari a circa 7 anni) è pari ad 1,6 miliardi di euro, di cui oltre 1,1 miliardi di euro a valere su risorse aggiuntive statali. Una nuova iniezione di risorse di questa portata consentirebbe di immatricolare, nel periodo 2022-2026, 5.000 autobus aggiuntivi rispetto alle previsioni attuali.
Sul fronte degli investimenti, i dati di bilancio di un campione di imprese confermano l’intensità dello sforzo delle aziende: nel 2018 e nel 2019 a livello mediano le imprese investono più del 9% del valore della produzione in beni materiali. Anche nel 2020, nonostante la pandemia, le imprese del settore hanno continuato a investire in modo significativo, pari al 6,5% del proprio fatturato a livello mediano.
Il trend di crescita degli investimenti è proseguito nel 2021 e nel 2022: le imprese nel 2021 sono stimate accelerare ulteriormente la propria spesa che dovrebbe aumentare del 21,6% rispetto al 2020. Nel 2022 la spesa per investimenti è attesa in ulteriore accelerazione e potrebbe realizzare un +27% rispetto all’anno precedente.
Se ci si focalizza esclusivamente sulle imprese a partecipazione pubblica, nel 2020 le aziende che chiudono in utile scendono al 76% pur se il 93% di loro riescono a mantenere un margine operativo lordo (MOL) positivo, dimostrando di riuscire a generare ricchezza tramite la gestione operativa e grazie ad una politica governativa che ha garantito l’integrale compensazione dei mancati ricavi da traffico e la salvaguardia dei corrispettivi dei contratti di servizio.
Nell’anno della pandemia, la dotazione di certificazioni di qualità e ambientali risulta importante per la marginalità e redditività delle imprese. Le imprese con almeno una certificazione registrano, infatti, margini stabilmente superiori alle imprese senza certificazioni
Le previsioni per il 2022 sono fortemente condizionate dallo scenario internazionale che determina una sensibile accelerazione dei costi operativi per il settore. L’impatto dei rincari delle commodity energetiche sul TPL è rilevante alla luce dell’intensità di utilizzo diretto di tali input nelle proprie attività. Inoltre, anche i costi per servizi sono stimati accelerare a seguito del generalizzato aumento dei prezzi.
Il mix di criticità che le imprese si trovano ad affrontare nel 2022 determina una inevitabile erosione dei margini e della redditività delle aziende con un impatto importante sugli equilibri economico finanziari.
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