Letteratura
Aveva 20 anni e mi piaceva, ma ho dovuto lasciarla…
Mi piaceva, quella Bmw decappottabile. Era vecchiotta, aveva più di 20 anni, ma era in ordine. Mi piaceva anche il colore.
In casa non era molto popolare.
Francesco era ancora un ragazzo , ma era già alto come adesso, cioè un metro e 87. Ogni volta che partivamo per un viaggio, c’era una discussione su chi doveva stare dietro tra lui e sua madre.
L’unica che mi appoggiava era la piccola Giulia, affascinata dall’eleganza senza tempo di quell’auto, quella che mi aveva spinto all’acquisto.
Il venditore era stato abile. Mi aveva detto : “E’ una macchina d’epoca, ma è così in ordine che lei può usarla tranquillamente tutti i giorni!”.Era quello che volevo sentirmi dire: sapevo che era un capriccio e me ne vergognavo un po’.
Mi dicevo: “Beh, una macchina devo pure averla, se poi è bella meglio, l’importante è che funzioni”.
Insomma ero orgoglioso di quell’auto. Mi faceva piacere , quando tornavo a riprenderla in un parcheggio, notare qualcuno che si soffermava ad ammirarla o addirittura si complimentava con me per come era ben conservata e in ordine.
Mai avrei voluto rinunciare a quell’auto.
Ma un giorno capita una cosa che mi costringe a cambiare idea.
Viene a trovarci un cugino di mia moglie, anche lui appassionato di automobili.
Fiero del mio acquisto, gli mostro la Bmw. Andiamo a fare un giro e, dal momento che siamo in estate, tolgo il tettuccio rigido e lo metto nel bagagliaio.
Più tardi andiamo a mangiare una pizza e rimonto quel tettuccio, ma per una fatale distrazione, dimentico di fissarlo con la maniglia di sicurezza.
Parto quindi, ignorando che il tettuccio è solo appoggiato all’abitacolo, non fissato.
Prendiamo un piccolo dosso a discreta velocità e all’improvviso sentiamo un rumore secco tipo VUMMM e vediamo le stelle sopra di noi.
Giulia lancia un grido che è insieme di stupore, paura e divertimento.
Il tetto è volato via come una scheggia, come se fosse la bombetta tagliente di Missione Goldfinger, il film di James Bond.
Fermo l’auto e scendo terrorizzato all’idea che qualcuno sia stato colpito da quell’oggetto volante.
Per fortuna è tardi e c’è in strada solo un ciclista. Assonnato – forse non si è accorto nemmeno di quello che ha rischiato -ma illeso.
Recupero il tetto, leggermente ammaccato, cinquanta metri più in là, tra i commenti dei miei famigliari.
I quali prima si uniscono a me nell’esprimere sollievo per lo scampato pericolo, poi si abbandonano senza ritegno a critiche durissime, sconfinanti con l’aperta derisione, per la proverbiale distrazione del paterfamilias.
Faccio riparare il tettuccio e permuto la Bmw con una placida Tipo.
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