Banca Popolare di Bari condannata a risarcire un azionista. Sentenza storica

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9 Dicembre 2022

 

Stiamo facendo la storia!” con queste parole lapidarie ma incisive, l’avv. Emilio Graziuso, Presidente dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, commenta la sentenza con la quale, il Tribunale di Brindisi (in persona della dott.ssa Vittoria Uggenti) ha condannato la Banca Popolare di Bari a risarcire ad un azionista, precisamente l’importo pari a € 36.043,19, investito in titoli dell’Istituto di credito pugliese. Appare innegabile come l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” stia portando a casa dei risultati storici a sostegno dei diritti dei cittadini, molto spesso abbandonati da una burocrazia lenta e macchinosa che intacca anche la giustizia e che scoraggia nella possibilità di invocare la giusta tutela in caso di danneggiamenti patiti. Un agire concreto, che vede professionisti competenti e responsabili, assistere in modo serio dentro e fuori un’aula di Tribunale, i consumatori nella salvaguardia della propria sfera individuale che si traduce rilevante nel vivere civile. Sin dal primo momento, ossia da quando si è avuta notizia dei vari scandali finanziari balzati agli onori della cronaca, l’Associazione, è scesa in campo al fianco degli azionisti sia della Veneto Banca che della Banca Popolare Pugliese, sovvertendo tutti i pronostici, ed intascando pronunce fondamentali, destinate a tracciare una direttiva assai utile per il futuro del consumerismo stesso.

Abbiamo deciso di percorrere la strada della giustizia civile – commenta l’avv. Graziuso – ed il tempo ci ha dato ragione. Il gruppo di lavoro nazionale della nostra Associazione ha approntato una linea difensiva, che viene ampliata ed aggiornata periodicamente, anche alla luce delle sentenze ottenute, per gli azionisti. Linea che sta venendo accolta in sede giudiziale”.
Più precisamente, in merito alla sentenza del 7 dicembre 2022, occorre precisare che nell’arco temporale tra il 2010 ed il 2014, il consumatore, un pensionato sprovvisto di qualsiasi competenza ed esperienza in campo finanziario, aveva acquistato presso la Banca Popolare di Bari, di cui era cliente da molti anni, azioni ed obbligazioni convertibili, poi convertiti davvero dalla Banca, in azioni dell’Istituto di credito barese, prospettati al risparmiatore come titoli sicuri e privi di rischio.
Ma, a seguito delle note vicende che hanno coinvolto la Banca, il risparmiatore si è reso conto della natura dei titoli e dei rischi correlati alla pericolosità dell’investimento posto in essere e che, il valore delle azioni in suo possesso, era crollato vertiginosamente.
Inoltre, il malcapitato, nello stesso momento, apprendeva che i titoli acquistati non potevano essere rivenduti.
Tutto questo, come è naturale, aveva gettato nello sconforto il consumatore, per i risparmi di una vita visti andare in fumo. Ad ogni modo, non volendosi dare per vinto, il pensionato decideva di intraprendere una battaglia legale per la tutela dei propri diritti. E, una volta rivoltosi all’ Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, attraverso l’intervento della stessa, riusciva, in primis, ad ottenere la documentazione che non gli era stata consegnata dalla Banca al momento dell’acquisto dei titoli.
Successivamente, non avendo sortito alcun effetto i tentativi volti al bonario componimento della controversia, il risparmiatore promuoveva un procedimento dinnanzi all’ Arbitro per le Controversie Finanziarie, istituito dalla Consob, il quale si concludeva con una decisione che riconosceva il diritto dell’associato “Dalla Parte Del Consumatore” al risarcimento del danno pari alla somma investita. Nonostante ciò, ancora, la Banca non intendeva adeguarsi a quanto disposto dall’ Arbitro.
Ed è in questa fase che il risparmiatore, assistito dall’avv. Emilio Graziuso, ha promosso il processo civile, conclusosi vittoriosamente con la sentenza del 7 dicembre 2022.
Il Tribunale, di fatto, accogliendo integralmente le tesi sostenute e dimostrate dalla difesa dell’azionista, ha certificato la violazione da parte della Banca intermediaria della normativa di settore ed in particolare degli obblighi di informazione contemplati dalla normativa vigente in materia di trasparenza,  dichiarando la conseguente risoluzione del contratto e il diritto in favore del consumatore, alla restituzione della somma di € 36.043,19, investita.

“Il magistrato ha accolto la nostra linea difensiva incentrata sul mancato rispetto degli obblighi di informazione gravanti sulla Banca e, come da noi sostenuto in giudizio, ha ravvisato la centralità della Comunicazione Consob” chiosa l’avv. Graziuso.

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CAT: gestione del risparmio, Giustizia

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