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Giustizia

Il massacro sociale dei debitori. Le riforme di Gianluigi Paragone

di Biagio Riccio
24 Novembre 2019

Le aste dell’anno 2018 sono state oltre 245.100.
L’ultimo dato disponibile sul numero delle aggiudicazioni (2017) è di 76.219.
Le oltre 245.100 esecuzioni immobiliari nel territorio nazionale hanno raggiunto nel 2018 un valore base d’asta di 36.379.962.273 euro. Rispetto al 2017 si nota un aumento di esecuzioni pari al 4,6%, passando infatti da 234.340 del 2017 alle 245.100 del 2018.
“Quest’anno è stato formulato un nuovo parametro che consideriamo significativo, – specifica Mirko Frigerio, amministratore delegato Astasy – abbiamo infatti inserito il dato “Numero Famiglie/ Immobili in asta”.
Il panorama che emerge è davvero preoccupante: in Italia, ogni 75 famiglie, ve ne è una con la casa all’asta. É la storia quindi di oltre 245.100 famiglie italiane che ancora oggi sono coinvolte, spesso loro malgrado, nella situazione sconfortante di avere la casa all’asta. Un totale di oltre 1.470.000 persone coinvolte”.
Si è registrato un aumento  significativo del numero di aste immobiliari nel primo semestre del 2019.
Secondo quanto riportano i dati diffusi da AstaSy, società del Gruppo Gabetti, è aumentato del 24% raggiungendo la cifra di 152.708 lotti pubblicati in asta nei 140 tribunali italiani dal 1° Gennaio al 30 Giugno.
Il valore base d’asta degli immobili posti in capo a procedure esecutive e concorsuali è pari a 25.568.871.740,con il reale valore che si aggirerebbe intorno ai 33.750.000.000.
Dunque è bene evidente che il numero delle aste immobiliari è incrementato sensibilmente secondo questi dati negli anni 2018 e 2019.
Tuttavia le aggiudicazioni avvengono ad un prezzo vile che copre solo le spese di prededuzione  e vengono tacitati solo i creditori fondiari. 
Gli altri creditori non sono soddisfatti ed il debitore rimane tale, senza che sia liberato dalle sue obbligazioni.
Ne deriva che il meccanismo delle aste non funziona soprattutto perché:
1- non sono soddisfatti tutti i creditori;
2- si arricchiscono solo i professionisti ( custodi,consulenti tecnici, avvocati, notai, commercialisti).
3- Si determina un impoverimento dei debitori che rimangono tali e subiscono anche sfratti disumani.
Urgono due fondamentali riforme legislative che devono interessare sia l’art. 560 cpc che l’articolo 586 cpc.
L’art. 560 cpc  attualmente contempla la legge Bramini che ha reso possibile la permanenza del debitore nella sua casa sino al decreto di trasferimento, ma riguarda solamente le espropriazioni iniziate dopo il febbraio 2019. Essa dunque va estesa anche alle espropriazioni in corso ed iniziate prima del febbraio del 2019.
Si aggiunga questo comma all’art. 560 cpc: “Le presenti disposizioni si applicano anche alle espropriazioni immobiliari in corso. I provvedimenti di sloggio già emessi dal Giudice dell’esecuzione ove l’immobile pignorato non sia stato venduto devono intendersi revocati”.
In secondo luogo va rivisto anche l’art. 586 cpc, in tema di valore del bene immobile messo all’asta: “Avvenuto il versamento del prezzo, il Giudice dell’Esecuzione deve sospendere la vendita quando appare che il prezzo offerto sia notevolmente inferiore a quello di mercato, ovvero quando la provenienza del pagamento appaia illecita”.
Attraverso queste fondamentali riforme, non solo si consente al debitore di avere un tetto e di poter programmare una sistemazione futura, ma sarà possibile fermare le aste, se non si dovessero realizzare prezzi di mercato. Finiscono le speculazioni per il drappello dei professionisti: gli unici che si arricchiscono e si porrà fine al massacro sociale che coinvolge migliaia di famiglie dei poveri debitori : figli  di un Dio minore.
Il nostro amico Gianluigi Paragone sosterrà queste modifiche legislative: è l’unica voce che si fa sentire in un Parlamento ove i più deboli non hanno tutela alcuna.

Biagio Riccio

giustizia
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