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Costume

Per l’anno che verrà…

di Ugo Rosa
31 Dicembre 2021

Quando s’è avuto a che fare ripetutamente, nel corso della vita, con personaggi dalle motivazioni alate e li si è visti, al momento opportuno, involarsi insieme a quelle motivazioni e alla cassa, si giunge fatalmente alla conclusione che con gli Alti e Nobili Ideali è meglio andarci cauti. I nobili motivi sono di sicuro dei magnifici paraventi decorati, ma sono anche l’occasione per nasconderci dietro alla rinfusa cataste di miseria umana. Ottimi lenitivi per quei fastidiosi rigurgiti di cattiva coscienza provocati dalla soffocata ma persistente consapevolezza dei privilegi di cui si gode e ai quali non si rinuncerebbe per nulla al mondo. Chi propugna la causa dell’umanità può allora impegnarsi per ogni forma di emancipazione immaginabile, purché non preveda la messa in discussione dei suddetti privilegi – che loro definiscono amabilmente “diritti acquisiti”. In tal caso infatti diventano riflessivi e reclamano immediatamente la bella libertà di restare quello che sono e di godere dei vantaggi di cui godono. Per questa ragione, quando incontro un benestante preferisco che me la canti chiara fin dal principio – con la libertà d’arricchirsi a spese di chiunque altro e senza scrupoli – e non che stenda i suoi “diritti acquisiti” al Sol dell’Avvenire e alla brezza della Meritocrazia. Dunque sì: datemi pure Briatore e tenetevi Serra e Gramellini. Perché credo che ognuno sia quello che non può non essere e fingendo di non esserlo finisce per essere peggio di quello che è. La situazione comunque è peggiorata assai da quando le Nobili Intenzioni, da prodotto di nicchia sono diventate articolo di largo consumo. La loro diffusione è tale che vanno a ruba anche in confezione famiglia. Quelli come me, che non fanno la raccolta differenziata per salvare la Umanità ma solo perché, a non farla, rischiano una multa che non si possono permettere – e sono talmente protervi che in caso contrario se ne infischierebbero e ci proverebbero anche gusto – sono oramai mosche bianche. Tutti sembrano impegnati a contribuire alla salvazione del genere umano. Se ci si allaccia la cintura di sicurezza non è perché, se non lo fai, rischi d’imbatterti in uno sbirro sadico che te la cala col sorriso sulle labbra. Assolutamente no. Ti allacci quella cintura per evitare l’intasamento dei reparti traumatologici dovuto al colpo di frusta e per alleggerire in tal modo la spesa sanitaria nazionale. La pandemia poi ha fatto brillare le buone intenzioni (nel senso che le ha fatte rifulgere, d’accordo, ma pure detonare) trasformandole in un meraviglioso feu d’artifice fatto di nobiltà d’animo e intenti umanitari. Ti fai il vaccino? E’ perché sei un cittadino modello e ci hai a cuore le sorti della Civiltà Umana. Non te lo fai? Niente paura. E’ perché vuoi salvare la Umanità di cui sopra dall’olocausto vaccinale e dalla dittatura sanitaria. Comunque la mettiamo si vede che gli ideali umanitari hanno la meglio. Solo quando alla umanità nel suo complesso hai tolto il meglio del meglio e poi il meglio e poi anche il passabile, in quel fondo limaccioso trovi chi come me si sottopone alla rottura di coglioni del vaccino solo per evitare la rottura di coglioni che deriva dal non farselo. Gentaglia indifferente al bene comune e al futuro della specie. Gentaglia che pretende – nientemeno – che le motivazioni non siano mai quelle che piace credere ma solo quelle che sono e non per questo sono necessariamente ignobili. Un uomo rompe la vetrina di un negozio perché non ha abbastanza da mangiare o da vestirsi? Non per il bene dell’umanità, la salvezza dell’ecosistema, i diritti della comunità LGBT e l’emancipazione della donna. Lo fa per se stesso e al massimo per i suoi figli. Ma ecco – quantificate pure il nostro cinismo – noi, gente del fondo, pensiamo che quel motivo sia incomparabilmente più nobile di tutti gli altri in mucchio. Che anzi, a voler essere più precisi, al confronto, la difesa dell’ecosistema e tutte le emancipazioni dell’universo diventino stronzate. Eppure quell’uomo, se si fa prendere, andrà in galera con la benedizione del proprietario del negozio, difensore dei diritti umani e propugnatore dello ius soli e della sua signora, impegnatissima per i diritti della comunità LGBT e femminista di spicco. Perché l’Umanità è bellissima e l’Amore vincerà senz’altro. Ma la proprietà intanto non si tocca. A tal proposito il giorno successivo, sul Corriere e su Repubblica, Serra farà dello spirito sul fatto che questo teppismo è il risultato prevedibile di un populismo oramai fuori controllo mentre ordine e legge sono di sinistra, Gramellini farà altro spirito sul fatto che in realtà all’uomo non mancava il pane altrimenti sarebbe andato a rubare in un panificio, Cazzullo e Galli della Loggia coglieranno l’occasione per spiegare ancora una volta in che misura la Libertà di Commercio e d’Impresa contribuiscano alla emancipazione di chiunque si voglia emancipare – basta che se lo meriti come loro – al Futuro dei Nostri Figli e al Benessere Complessivo della Umanità. Perciò ribadisco il suggerimento di prima, che è nello stesso tempo un augurio per l’anno che verrà: prendetevi pure Serra, Gramellini, Cazzullo e Galli della Loggia e lasciate a me Briatore, che con lui me l’intendo a perfezione.

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