Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

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2 Maggio 2023

Ferrara è una città particolare. E’ una delle poche città ad essere ancora accolta all’interno di una cinta muraria quasi integra; degli oltre tredici chilometri di bastioni costruiti in origine, oggi ne sono rimasti agibili dieci. Questa cinta poderosa abbraccia una città moderna che ha gelosamente conservato le sue vestigia medievali e rinascimentali.

Attraversi le sue vie e ti trovi a contatto con costruzioni che raccontano un passato vecchio di secoli con il senso del tempo che si diluisce in un susseguirsi di vie, palazzi e palazzotti, chiese, botteghe.

Dal Castello estense al ghetto ebraico, dalla residenza di Lodovico Ariosto alla casa natale di Fra Girolamo Savonarola, dal Palazzo dei Diamanti a Palazzo Schifanoia per coloro che amano la storia Ferrara rappresenta un’esperienza imperdibile.

Nel celebre Palazzo dei Diamanti è in corso in questi giorni una mostra di grande importanza, organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara.

Dal 18 febbraio al 19 giugno di quest’anno è possibile visionare “Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa”, un’esposizione di opere d’arte curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, in collaborazione con la Direzione Generale Musei e Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura.

L’abbiamo visitata ospiti dell’Ufficio Stampa di Fondazione Ferrara  Arte che ringraziamo per la disponibilità e per gli approfondimenti messi a nostra disposizione.

foto Pierluigi Benini

Palazzo dei Diamanti prende il nome dalla sua caratteristica principale, il bugnato esterno a forma di punte di diamante. I circa 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa creano pregevoli effetti prospettici grazie alla diversa conformazione delle punte, orientate diversamente a seconda della collocazione in modo da catturare al meglio la luce (ora verso terra, ora centralmente e verso l’alto nel risalire dalla parte inferiore del monumento).

E’ un capolavoro del Rinascimento italiano progettato da Biagio Rossetti nel 1492, ha avuto in tal senso una storia complessa nel corso dei secoli che lo rende un meraviglioso palinsesto, fatto di ripensamenti, aggiunte successive e parti mai completate. Un edificio privo, se non nelle facciate esterne, di una unità complessiva, testimoniata anche dall’uso articolato che se ne fa oggi: il piano nobile, che comprende il salone d’onore e l’appartamento cinquecentesco di Virginia de’ Medici, ospita la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, mentre il piano terra dal 1991 viene utilizzato come sede per esposizioni temporanee dalla Fondazione Ferrara Arte. Palazzo dei Diamanti non è dunque un monumento di sé stesso, ma una architettura destinata ad ospitare attività pubbliche che ne consolidano il ruolo e la presenza nella cultura del nostro paese; testimonianza non solo dell’enorme patrimonio che ci è stato tramandato dal passato, ma anche l’opportunità per continuare a produrre e veicolare cultura in futuro. (Fonte Cultivar Agency).

A seguito di un complesso intervento di restauro e riqualificazione, Palazzo dei Diamanti il 18 febbraio 2023 ha riaperto i battenti accogliendo la mostra dedicata a due grandi maestri ferraresi del Rinascimento: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa.

Lorenzo Costa
Sposalizio della Vergine con i santi Gioacchino e Anna e un frate francescano, 1505
Tempera e olio su tavola, cm 187 x 135
Bologna, Pinacoteca Nazionale
Su concessione del Ministero della Cultura, foto Luca Gavagna – le immagini

L’esposizione costituisce la prima tappa di un progetto più ampio e ambizioso intitolato Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso II d’Este, che indagherà la vicenda storico-artistica del periodo compreso tra l’elevazione della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense al diretto controllo dello Stato Pontificio. Gli altri momenti del percorso – idealmente inaugurato dalla rassegna – Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este, tenutasi a Palazzo dei Diamanti nel 2007 – saranno dedicati ai grandi protagonisti di quella stagione: Mazzolino e Ortolano, Dosso e Garofalo, Girolamo da Carpi e Bastianino.

Le oltre cento opere esposte, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, offrono al pubblico un’occasione unica per scoprire (o riscoprire) l’arte di due grandi interpreti del Rinascimento italiano: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa.

Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de’ Roberti (Ferrara, c. 1450 –1496) era l’erede dell’Officina ferrarese, il più giovane e intelligente tra quanti parteciparono al clima culturale di Palazzo Schifanoia, negli ultimi anni del governo di Borso d’Este. Operò a più riprese a Bologna, dove lasciò una impronta profondissima, ma non vi è dubbio che a Ferrara trovò l’ambiente più adatto in cui esprimersi durante l’ultimo decennio della sua vita, trascorso alle dipendenze della corte.

Fu Lorenzo Costa (Ferrara, 1460 – Mantova, 1535), di dieci anni più giovane, a raccoglierne l’eredità e a continuarne lo stile nelle opere giovanili. Ma durante un lungo soggiorno a Bologna la sua pittura mutò in direzione di una maggiore morbidezza, di una classicità calma e distesa. Il mondo stava cambiando, Leonardo e Perugino stavano imponendo una nuova “maniera”, che Costa comprese subito e della quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova alla corte dei Gonzaga.

Lorenzo Costa
Adorazione del Bambino, c. 1494
Tempera e olio su tavola, cm 64,5 x 85,8
Lione, Musée des Beaux-Arts
© MBA, foto Alain Basset

I visitatori possono seguire la carriera di Ercole attraverso oltre venti opere (di gran lunga il numero maggiore mai riunito), dagli esordi alla compiuta maturità. Tra le prove giovanili sono presenti gli scomparti del polittico Griffoni, eseguito a fianco di Francesco del Cossa, e i luminosi Ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio che arrivano da Washington, una commissione che sancisce il prestigio raggiunto nella vicina Bologna. Le sale dedicate agli ultimi anni, quando Ercole dopo il rientro in patria era divenuto pittore di corte degli Este, sono impreziosite da quattro dipinti di rara raffinatezza, grazie al prestito eccezionale concesso dalla National Gallery di Londra: oltre al dittico che appartenne alla duchessa Eleonora d’Aragona, la Raccolta della manna e l’Istituzione dell’Eucarestia, forse provenienti da una chiesa ferrarese. Dal Kimbell Art Museum di Forth Worth giunge la tavola con Porzia e Bruto che sarà ricongiunta alla compagna con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena.

Non meno ricca la selezione di lavori di Costa, che prende avvio dal periodo giovanile, durante il quale il pittore è impegnato in un fruttuoso confronto con Ercole, come dimostrano le Storie degli Argonauti qui riunite per la prima volta. Questa fase, che passa attraverso capolavori come l’Adorazione del Bambino del Musée des Beaux-Arts di Lione, trova un termine e una sintesi in una serrata successione di straordinarie pale d’altare degli anni Novanta del Quattrocento. Per illustrare il Costa più classicheggiante e pacato è in mostra una serena Sacra famiglia dal Museo di Toledo in Ohio; mentre per documentare il periodo mantovano, finora meno frequentato dagli studi, intervengono la Veronica del Louvre, il Ritratto di cardinale del Minneapolis Institute of Art, sino all’ultima opera nota, la Madonna e santi della chiesa di Sant’Andrea a Mantova, datata 1525.

I due protagonisti sono affiancati da maestri nobili e da compagni di viaggio contemporanei: Mantegna, Cosmè Tura, Niccolò dell’Arca, Marco Zoppo costituiscono il punto di partenza, mentre Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino offrono una sponda di dialogo lungo il percorso espositivo.

La mostra ha il suo prologo ideale a Palazzo Schifanoia, dove il giovane Ercole de’ Roberti esordisce nel Salone dei Mesi realizzando il mese di Settembre, e un proseguimento naturale nelle sale della Pinacoteca Nazionale al piano nobile di Palazzo dei Diamanti dove, per l’occasione, è proposto un itinerario tematico che approfondisce il contesto artistico in cui de’ Roberti e Costa operano.

Ercole de’ Roberti
Giovanni II Bentivoglio e Ginevra Sforza, 1473-74
Tempera su tavola, rispettivamente cm 54 x 38,1 e cm 53,7 x 38,7
Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection

A tal proposito è stato istituito un biglietto abbinato che consente l’accesso in mostra e Pinacoteca a un prezzo agevolato, così come, nel quadro del più ampio progetto finalizzato alla valorizzazione culturale e turistica della città e di collaborazione tra enti, è stato siglato un accordo di reciproca promozione e riduzione sul biglietto d’ingresso con il Museo di Casa Romei e il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, afferenti alla Direzione Regionale Musei dell’Emilia Romagna.

L’esposizione è veramente ben curata, il catalogo è di elevatissimo livello, la location e l’allestimento delle sale consente di passare una parte della propria giornata a contatto con il più raffinato rinascimento italiano. Ferrara aspetta la vostra visita.

 

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CAT: Arte, Beni culturali

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