Ravenna Festival, da Laurie Anderson al “Don Chisciotte” del teatro delle Albe

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9 Marzo 2023

Un rave al Ravenna Festival? Ma si vuole osare così tanto? Ebbene sì, il virus della provocazione culturale ha colpito anche una delle più importanti rassegne estive italiane. Certo che l’evento, raccontato così su due piedi, potrebbe far scattare l’allerta rossa in tempi di proibizionismo. E ci potrebbe pure stare per l’appuntamento annunciato per metà luglio (proprio il 15) a Palazzo San Giacomo di Russi e che si annuncia a partire dalle ore 20 e fino a”notte fonda”… Sarà in realtà qualcosa di inedito, tale da solleticare infinita curiosità, anche perché sarà davvero un rave, ma di tipo…”classico”. Dietro la scommessa c’è anche quel diavolo di Giovanni Sollima, violoncellista strepitoso inventore del poderoso ensemble dei 100 Cellos che regalano performance incandescenti in grado di mandare il pubblico in visibilio. Che succederà in dettaglio? Sarà una lunghissima notte all’insegna della musica classica, ha promesso il musicista l’altra mattina nel corso della presentazione alla stampa di Ravenna Festival in programma dal 7 giugno al 23 luglio. Ad accogliere, dalla prima sera e fino all’alba il pubblico con una scaletta di musiche classiche, molte delle quali imprevedibili o poco conosciute sarà un ensemble che, assolutamente in tema con il tipo di manifestazione, si chiama Orchestra Notturna Clandestina diretta da Enrico Melozzi e “punto d’incontro tra strumenti classici, vedi appunto il violoncello di Sollima e “un cantautore del calibro (e della ricercatezza) di Niccolò Fabi e i giovani che risponderanno alla “chiamata” per salire sul palcoscenico”. L’idea nasce dalla volontà di avvicinare appunto il pubblico giovanile e aiutarlo a scoprire la musica classica, un tema da sempre al cuore di un grande artista, ospite fisso del festival, come è il Maestro Riccardo Muti che da anni _ purtroppo poco ascoltato dal potere politico _ chiede una educazione musicale diffusa nel territorio nazionale iniziando dalle scuole di ogni ordine e grado.

Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi in azione durante una precedente edizione di Ravenna Festival (Foto Fabrizio Zani / Daniele Casadio)

Il rave “classico” non è che una delle idee messe a punto dalla direzione artistica formata da Franco Masotti e Angelo Nicastro che si sono alternati alla guida della presentazione del programma dentro un teatro “Dante Alighieri” pieno come un uovo, testimonianza di come il festival si è legato alla comunità della città e del territorio.

“Un festival – ha detto Franco Masotti– multidisciplinare e molteplice. La presenza dei diversi linguaggi artistici, dalla letteratura al cinema, dalla musica al teatro dà alla manifestazione la possibilità di proporre una offerta totale”.

Questo anno Ravenna Festival, in onore di Italo Calvino, del quale cade il centenario della nascita, intende guidare il pubblico alla scoperta delle numerose e diverse “Città invisibili” _ rubando il titolo all’omonimo racconto calviniano del 1972 _ cioè “città-chimera, impossibili e inesistenti eppure riflesso e combinazione di qualità riconoscibili in una o molte città della nostra epoca”. Così il centenario della nascita dello scrittore offre alla XXXIV edizione di Ravenna Festival un “felice pretesto per riflettere sulla duplice natura dell’organismo “città”, al tempo stesso emblema della comunità umana – crocevia di culture, spazio di scambio e confronto, snodo di infinite narrazioni e conversazioni – e immagine della crisi di quella stessa comunità dove l’individuo sbiadisce nella massa e il progresso raggiunge il suo parossismo consumistico e globalizzante”. Per indicare quelle che Calvino chiama “Città felici” – spiega Masotti-  come “il fertile terreno teatrale della Romagna fa pensare; spazi in cui esperienza significa partecipazione e comunità, anche – e soprattutto – quando il teatro si fa strumento d’indagine delle fratture della nostra società”. Tra queste c’è il Grande Teatro di Lido Adriano nato dal dialogo tra artisti e operatori. Questo il luogo prescelto per una ricca anteprima del festival. Si parte il 28 maggio (ore 21) con la prima di “Mantiq At-Tayr” (“Il verbo degli Uccelli”) rilettura del poema di sapienza sufi di Farid Ad Di Attar. Vi prendono parte un centinaio di giovani attori. La drammaturgia è di Tahar Lamri e la regia di Luigi Dadina. Il 3 giugno (teatro Alighieri, ore 21) spazio alla più antica commedia di Aristofane con “Arcanesi Stop The war” seconda tappa dopo “Gli Uccelli” del progetto quadriennale di Marco Martinelli autore anche della drammaturgia e del testo. Le musiche sono di Ambrogio Sparagna e lo spazio e le luci di Vincent Longuemare.

Il regista Marco Martinelli qui ritratto nel  “Purgatorio” curerà l’allestimento di “Arcanesi Stop the war” da Aristofane (foto Sara Colciago)

Il via ufficiale è con due appuntamenti con tutte le caratteristiche di evento straordinario. Sul palco del Palazzo Mauro De Andrè, il 7 giugno alle 21,30 di scena la grande artista multimediale Laurie Anderson, cantante, musicista, performer che _ data unica in Italia _ si esibirà assieme alla band Sex Mob del trombettista Steven Bernstein  per presentare il live “Let X= X”. Con loro anche Doug Weiselman, clarinetto e sax tenore, Kenny Woollesen, batterista e percussionista, Tony Scherr, bassista folk rock e jazz e Briggan Kraus al sassofono contralto. Stessa location (ore 21) l’indomani per ascoltare la fantastica pianista Martha Argerich che torna a Ravenna con il fuoriclasse del violoncello Mischa Maisky per sonate di Beethoven, Debussy e Chopin. Entrambi i due concerti sono inseriti nella sezione delle “Città e gli Scambi”.

Ad una grande star, proveniente dal rock, ma nei fatti patrimonio anche della musica contemporanea, il geniale Frank Zappa, è dedicato l’appuntamento del 9 giugno al Palazzo Mauro De Andrè (21,30). Protagonista uno dei più formidabili ensemble contemporanei: Il Parco della Musica Contemporary Ensemble diretto da Tonino Battista che riproporranno il capolavoro zappiano “The Yellow Shark”.

Concentrato sul tema della catastrofe ambientale, lo spettacolo “Gaia” di Davide Sacco e Agata Tomsic’, regia e design musicale di Davide Sacco, il 10 e 11 giugno al teatro Alighieri .

Ai 400 anni trascorsi dall’edizione dei “Canti di Salomone” di Salomone Rossi, compositore ebreo alla corte dei Gonzaga, che l’Ensemble Salomone Rossi guidato da Lydia Cevidalli dedica l’11 giugno a San Vitale (ore 21,30) la loro prima esecuzione in Italia. Le pagine di Rossi in “Fiori musicali dal barocco ebraico” disegnano il profilo di un’invisibile “città del dialogo” fra cultura ebraica e cristiana.

La grande pianista Martha Argerich torna a Ravenna con Mischa Maisky, fuoriclasse del violoncello (foto di Adriano Heitman)

Il ciclo di liturgie nelle chiese della città si completa con la Cappella Musicale della Basilica di S. Francesco diretta da Giuliano Amadei e i Ludus Vocalis guidati da Stefano Sintoni. L’appuntamento è nella basilica di San Vitale alle 21,30. Sul palco: Nicolò Balducci, sopranista, Lydia Cevidalli e Jamang Santi, violino e viola. Mari Calvo, violoncello e Giovanni Togni al clavicembalo. Due giorni dopo al Teatro Alighieri (ore 21) l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala dirette da Donato Renzetti eseguiranno musiche di Gaetano Donizetti, Richard Wagner e Giuseppe Verdi.

Il 14 e 15 giugno nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe il violinista greco Leonidas Kavakos, propone le Sonate e Partite di Bach in due serate, e si affiancherà il 18 giugno nel Palazzo Mauro De Andrè (ore 21) anche all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini per un concerto sinfonico diretto da Hossein Pishkar, giovane direttore iraniano che è stato allievo dell’Italian Opera Academy di Riccardo Muti e che per l’occasione lancerà un messaggio solidale all’indirizzo delle coraggiose donne iraniane che lottano per la libertà. Il 14 giugno ancora ma all’Arena del Sale di Cervia (Ore 21,30) , omaggio a Calvino con l’attore Sergio Rubini e il pianista Michele Fazio. Il 24 giugno al Palazzo Mauro De Andrè (ore 21) incontro tra la Sinfonia Varsovia e l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini dirette da Aleksandar Markovic, a cui si unisce la soprano Iwona Sobotka. La serata si completa con il Concerto triplo di Beethoven, solisti Valentina Benfenati della Cherubini, Marcel Markowski della Varsovia e il vincitore del Premio Abbiati 2022 Filippo Gorini. In programma musiche di Krystof Penderecki e Henryk Górecki.

Il grande violinista greco Leonidas Kavakos eseguirà le Sonate e Partite di Bach (Foto di Marco Borggreve)

La compagnia teatrale Menoventi presenta al Teatro Rasi, il 15 e 16 giugno la fiaba contemporanea “Odradek” diretta da Gianni Farina, protagonisti Consuelo Battistoni e Francesco Pennacchia, progetto sonoro di Mondo Riviera.

Il film “Metropolis” di Fritz Lang è il protagonista di una grande serata il 16 giugno al teatro Alighieri (ore 21). La pellicola viene proiettata con musiche originali eseguite dal vivo da Edison Studio. Sempre grande cinema al Pavaglione di Lugo dove il 21 luglio si proietterà il film di Charlie Chaplin “Il grande Dittatore” con musiche originali dirette da Timothy Brock ed eseguite dalla Filarmonica Toscanini.

Due gli appuntamenti per il 17 giugno. A Cervia, Arena dello Stadio dei Pini alle ore 21,30 Claudia Gerini e il Solis String Quartet rendono omaggio alla vita, la poesia e la musica di Franco Califano. Soggetto e testo di Stefano Valanzuolo con le canzoni di Califano riarrangiate da Antonio di Francia. Regia di Massimiliano Vado.

Nella chiesa di San Vitale, sempre il 17 giugno alle 21,30 la danza incontra la dimensione corale e religiosa con “La nuova Abitudine” a cura di Societas. La coreografia affidata alla compagnia Mòra è di Claudia Castellucci ed è creata su canti Znamenny della Chiesa Ortodossa russa, eseguiti dal coro bulgaro maschile In Sacris di Sofia. Maestro del canto Borjana Naydenova.

Una scena tratta dal film “Il Grande dittatore” di Chaplin presentato con le musiche di Timothy Brock eseguite dalla Filarmonica Toscanini)

Pioggia di stelle nel gala “Les étoiles” il 20 giugno al Palazzo Mauro De Andrè dove celebri interpreti provenienti da teatri di tutto il mondo – fra cui la grande Eleonora Abbagnato, alla sua prima visita al Festival e Sergio Bernal – si misurano con estratti del repertorio classico e contemporaneo e nuove creazioni.

Ancora danza. Il desiderio di “aprire gli occhi sulla nostra capacità di determinare la storia” emerge anche in “We, the Eyes”, l’ultima creazione di Emio Greco e Pieter C. Scholten per la loro compagnia ICK Dans Amsterdam. In prima italiana, il 23 giugno al Teatro Alighieri (ore 21) la coreografia è una micro-società di undici interpreti che -su musiche di Pink Floyd, Arvo Pärt, Beethoven, Xenakis– emergono “come sopravvissuti da una pandemia alla ricerca di una vita migliore, per la quale è necessario imparare nuovamente a guardare il mondo”. Percussioni di Augustinho Sequiera& Daniel Bolba.

E infine il balletto. A cura di Daniele Cipriani è la “Soirée Rachmaninov”: (6 luglio al Palazzo Mauro De Andrè, ore 21,30) solista Beatrice Rana, che si alterna al pianoforte con Massimo Spada. Musiche di Sergej Rachmaninov. Coreografie di Uwe Scholz. Creazione in prima assoluta di Simone Repele e Sasha Riva sulle Danze Sinfoniche opera 45 di Rachmaninov.

La celebre etoile del balletto Eleonora Abbagnato protagonista a Ravenna nel gala del 20 giugno (foto di Rolando Paolo Guerzoni)

Nella musica classica a Ravenna non c’è solo Martha Argerich. La grande tradizione concertistica conta un’altra regina: Anne-Sophie Mutter alla guida dei Mutter’s Virtuosi, giovani studenti ed ex-studenti formatisi all’interno della Fondazione da lei creata il 22 giugno al Palazzo Mauro De Andrè (ore 21). Accanto a pagine di Bach la serata include la prima italiana di “Nonet” di André Previn, le cui colonne sonore per il cinema hanno conquistato quattro Oscar, ma anche un Concerto di Francesco Maria Veracini, il più grande violinista italiano e il Concerto n. 2 op. 5 di Joseph Bologne Chevalier de Saint-Georges, il “Mozart nero”, come fu soprannominato, fra i primi compositori di origini africane attivi nella musica classica europea. Il 23 giugno nel Chiostro del Museo Nazionale concerto del Signum Saxophone Quartet con musiche di Bach, Albinoni, Glass, Ginastera, Gershwin, Marzocchi e Corea.

Sul podio della Cherubini il 24 giugno al Palazzo Mauro De Andrè sarà Julian Rachlin a dirigere il concerto che, accanto al Preludio da “La leggenda dell’invisibile città di Kitež e della fanciulla Fevronija” di Rimskij-Korsakov, include la Sinfonia n. 4 op. 36 di Cajkovskij e il Concerto n. 4 op. 58 di Beethoven per il quale è al pianoforte Yefim Bronfman.

La violinista Anne-Sophie Mutter alla guida dei Mutter’s Virtuosisarà in concerto il 22 giugno a Ravenna (Foto di Ansgar Klostermann)

Sul podio della Cherubini, il 27 giugno alle 21 al Palazzo Mauro De Andrè salgono anche Aleksandar Markovic a dirigere l’incontro con la Sinfonia Varsovia. Soprano: Iwona Sobotkla, Valentina Benfanti, violino, Marcel Markowski, violoncello e Filippo Gorini pianoforte. Saranno eseguite musiche di Beethoven, Penderecki e Góreki.

La vincitrice del Best Newcomer Award del BBC Music Magazine nel 2020 e oggi fra i più acclamati violinisti della sua generazione, Elicia Silverstein, si esibisce invece nella Basilica Sant’Agata Maggiore, il 28 giugno alle 21,30 con Marco Serino e Francesco Cera al clavicembalo per “Harmonia Artificiosa”, un percorso dal compositore barocco Heinrich Ignaz Franz Biber a Marcello Panni (del quale è proposto un brano in prima esecuzione) e Luciano Berio.

Per “Le vie dell’Amicizia”, che dal 1997 vede Riccardo Muti dirigere in città simbolo della storia antica e contemporanea, il 7 luglio al Palazzo Mauro De Andrè (ore 21) e il 9 e 11 luglio in altri luoghi l’Orchestra Cherubini e il coro Cremona Antiqua. Il programma include musiche di Gluck, Verdi e Brahms.

È invece il primo violoncello dei Wiener Philharmoniker, Támas Varga, ad accompagnare Riccardo Muti e la sua Orchestra Cherubini il 20 luglio al Palazzo Mauro De Andrè nel programma composto dal Concerto per violoncello n. 2 di Nino Rota e dalla sua suite da “Il padrino”, dalla Suite n. 2 da “Il cappello a tre punte” di Manuel De Falla e dal “Boléro” di Ravel.

Il Maestro Riccardo Muti mentre dirige l’Orchestra giovanile Cherubini sarà di scena per “Le Vie dell’Amicizia” (foto di Silvia Lelli)

Il fisico Robert Oppenheimer, artefice del Manhattan Project, è il protagonista dell’opera “Doctor Atomic”, ambientata nei laboratori di Los Alamos; John Adams ne ha composto le musiche, riproposte in forma di compendio per la prima italiana della “Doctor Atomic Symphony”. In scena il 30 giugno al Palazzo Mauro De Andrè la Filarmonica Toscanini, diretta da Kristjan Järvi. A seguire il pianista Stefano Bollani, solista per il proprio “Concerto Azzurro”. Nata nel 2017, la partitura di Bollani fonde linguaggi classici e jazz, scrittura e improvvisazione.

Per rimanere in tema di nucleare il 22 giugno all’Arena dello Stadio dei Pini di Cervia (ore 21,30 va in scena “Little Boy”, storia del “ragazzino” – nome in codice dell’ordigno che colpì Hiroshima – ad opera dell’affabulatore, autore e divulgatore Roberto Mercadini, accompagnato dalle musiche di Dario Giovannini. Nello stesso spazio il 29 giugno alle 21,30 va in scena “A futura memoria” con l’attrice Valentina Lodovini accompagnata dal FontanaMix String Quartet impegnati in una dedica alla giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006.

Ancora a Cervia il 16 luglio alle 21,30 Ginevra Di Marco e Gaia Nanni in “Donne guerriere” raccontano di chi si batte – con parole, canto e gesti esemplari – contro le violenze e le discriminazioni subite dalle donne. Sul palco anche Francesco Magnelli, pianoforte e magnellophoni, Andrea Salvatori, chitarre ed elettronica (autori anche delle musiche originali). Regia di Francesco Pedullà.

Il pianista Stefano Bollani presenterà al Ravenna Festival il suo solo in “Concerto Azzurro” (Foto di Valentina Cenni)

Non poteva mancare a questo punto, il 12 luglio nel Chiostro del Museo Nazionale (ore 21,30) nel centenario della nascita di Giovanni Testori una visione distopica come quella di un’Apocalisse a Milano, immagine anonima di ogni città maledetta soggetto de “Gli angeli dello sterminio” di Giovanni Testori, breve romanzo che Sandro Lombardi legge in scena con la partecipazione di Francesca Ciocchetti. In omaggio all’intellettuale milanese, nato nel 1923 come Calvino, Lombardi si confronta anche con il monologo “Mater Strangosciàs” (ore 19,30).

La dedica a Testori si fa in tre con “L’interrogatorio a Maria” nella Basilica di S. Vitale dal 20 al 25 giugno (ore 19,30) con il testo di Testori e la musica di Roberto Solci. Voce: Daniela Pini, il Coro Ecce Novum diretto da Silvia Biasini e l’Ensemble Primo Tempo.

Il 21 giugno al Teatro Rasi (ore 21) “Gli occhiali di Sostakovicˇ” ritrae il compositore russo in conflitto con le esigenze della coscienza e dell’arte e le pressioni del regime; in scena Moni Ovadia, mentre gli interventi musicali del pianista Matteo Ramon Arevalos attingono ai Preludi e fughe op. 87.

Moni Ovadia in “Oylem Golem” . A Ravenna il cantante e teatrante porterà in scena “Gli occhiali di Sostakovic” (foto Zappettini F.Deviata)

Grande concerto della coralità inglese, il 25 giugno al Teatro Alighieri (ore 21). Di scena i King’s Singers in “Songbirds”. In repertorio da Schubert ai Beatles.

La crisi dell’Ancien Régime e la Rivoluzione Francese sono presenti nel confronto fra la dissacrante anarchia del Marchese de Sade e l’ideale utopico dell’intellettuale rivoluzionario Jean-Paul Marat in “Marat/Sade”, liberamentetratto dal testo di Peter Weiss a cura di Nerval Teatro, regia di Maurizio Lupinelli e adattamento teatrale di Eugenio Sideri dal testo di Peter Weiss, nell’ambito del Laboratorio Permanente “Il teatro è differenza”. In scena il 29 giugno al Teatro Alighieri (ore 21).

Ancora un omaggio a Testori il 1 luglio al teatro Alighieri (ore 21) con il riallestimento de “I Promessi sposi alla prova” di Testori nella regia di Andrée Ruth Shammah con Giovanni Crippa, Francesca Fracassi, Filippo Lai, Claudia Ludovica Marino, Nina Pons, Sebastiano Spada, e Carlina Torta. Musiche di Michele Tadini e Paolo Ciarchi, scene di Gianmaurizio Fercioni , luci di Camilla Piccioni.

Nella Basilica di San Vitale (ore 19,30) dal 4 al 9 luglio Il Coro Ecce Novum e l’Ensemble Tempo Primo sono coinvolti in “Stabant Matres” di Paolo Marzocchi. II libretto di Guido Barbieri immagina che a Betlemme convengano quattro donne accanto a Maria, quelle che il Vangelo di Matteo indica nella genealogia di Gesù; donne che “con Maria non condividono né tempo né spazio né l’appartenenza alla stirpe ebraica, ma come lei “madri” e segno di un’universale promessa d’amore per tutti i popoli”.

“I Promessi Sposi alla prova” di Giovanni Testori. Regia Andrée Ruth Shammah con Luca Lazzareschi, Laura Marinoni. (foto di Noemi Ardesi)

Il 14 luglio nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe (ore 21,30) il Coro e l’Ensemble 1685 del Conservatorio “Verdi” di Ravenna diretti da Antonio Greco eseguono lo “Stabat Mater” di Antonio Caldara e la Messa in Sol minore BWV 235 di J.S.Bach. Ritorno al Ravenna Festival dei Tallis Scholars: per festeggiare 50 anni dalla loro fondazione, Peter Phillips li guida a Sant’Apollinare in Classe il 16 luglio alle ore 21,30 in musiche di Palestrina, Desprez e Byrd. Prima volta al Festival di Ravenna invece per il Tenebrae Choir che accosta Bach al compositore contemporaneo James MacMillan per il concerto a San Giovanni Evangelista il 19 luglio (ore 21,30.) “I saw eternity- Bach&MacMillan”. Dirige Nigel Short.

Per il teatro Marco Martinelli ed Ermanna Montanari del Teatro delle Albe di Ravenna applicano la formula che ha già caratterizzato l’acclamato trittico del Cantiere Dante, a un altro capolavoro del canone letterario occidentale. Il viaggio nel “Don Chisciotte” di Cervantes dal 5 al 16 luglio ha per sede Palazzo Malagola, il nuovo centro di ricerca e sperimentazione vocale e sonora, con le musiche dal vivo di Fabio Mina e Daniele Roccato.

Il 5 luglio Federico Buffa nell’Arena dello Stadio dei Pini di Cervia in “La Milonga del futbol” racconterà la storia di tre grandi mancini che hanno fatto la storia del calcio argentino: Omar Sivori, Diego Maradona e Lionel Messi. Alessandro Nidi al pianoforte e la cantante Mascia Foschi.

Ermanna Montanari e Marco Martinelli. A Ravenna festival dirigeranno il Teatro delle Albe nel “Don Chisciotte” a Malagola (foto Zani-Casadio)

Il 18 luglio al Teatro Rasi (ore 21) La dialettica a due poli caratterizza le “Due Regine”, in cui le attrici e registe Elena Bucci e Chiara Muti sono Mary Stuart ed Elizabeth Tudor, incatenate in un eterno duello dove la vita dell’una significa la morte dell’altra. Da un’idea di Elena Bucci. Luci di Vincent Longuemare, drammaturgia del suono di Raffaele Bassetti. Costumi di Marta Bernini e Manuela Monti.

La tradizione della canzone italiana d’autrice è di scena per “Il Trebbo in musica” il 1 luglio all’Arena dello Stadio dei Pini di Cervia dove alle 21,30 si esibisce la cantante toscana Nada. Il giorno dopo stessa location per “Omaggio a Grazia Deledda” con “Grazia” a cura di Marcello Fois. Con la scrittrice Sandra Petrignani e l’attrice Francesca Gatta. Suonano: Luigi Lai, launeddas, Elena Ledda, voce e Mauro Palmas, liuto cantabile e mandola. Il 2 luglio al Palazzo Mauro De Andrè alle ore 21 è in cartellone il concerto della Banda dell’Arma dei Carabinieri diretta da Massimo Martinelli.

Arriva il 4 luglio al Palazzo Mauro De Andrè (ore 21,30) dalla Scandinavia il pop raffinato di Aurora cantautrice norvegese capace di flirtare con un successo planetario senza perdere in eccentricità né rinunciare all’impegno per i diritti Lgbtq e la lotta al cambiamento climatico.

La giovane popstar norvegese dal successo planetario, Aurora, sarà in concerto il 4 luglio al Palazzo Mauro De Andrè

Per il progetto “Circles”, l’8 luglio al Teatro Alighieri (ore 21) la Classica Orchestra Afrobeat si circonda delle sculture “di riciclo” della Mutoid Waste Company, gruppo di artisti che, dopo gli esordi londinesi negli anni Ottanta, ha trovato casa nella città-comunità di Mutonia, nei pressi di Santarcangelo di Romagna; un concerto all’insegna dell’economia circolare e dell’upcycling.

Al teatro Rasi (ore 21) il 9 luglio il maestro Marco Angius dirige l’Ikarus vs Muzak ensemble, Ljuba Bergamelli solista nell’omaggio a Luciano Berio: “Folk songs”.

Elena Bucci torna l’11 luglio al teatro Rasi (ore 21) per presentare “Se resistere dipende dal cuore” della stessa Bucci e Luigi Ceccarelli ai live electronics. un lavoro di teatro musicale “minimo” che “parte dai versi e dalla voce registrata di Amelia Rosselli, in sintonia all’idea di poesia musicale della poetessa ed etnomusicologa italiana”.

Grande concerto il 13 luglio al Palazzo San Giacomo di Russi (ore 21,30) con Fatoumata Diawara, attrice e cantautrice che ha saputo sposare la tradizione dell’Africa occidentale – in particolare il canto wassoulou – a influenze blues e jazz, affrontando anche tematiche urgenti come l’emigrazione, il fondamentalismo religioso, l’infibulazione e la condizione femminile in Africa (a vent’anni l’artista ha lasciato il proprio Paese per sfuggire a un matrimonio combinato).

Spazio all’indie rock il 22 luglio al Pavaglione di Lugo (ore 21,30) dove si esibisce la band di culto Fast Animals and Slow Kids: le ballate di questi irruenti, elettrici e profondamente romantici artisti perugini sono proposte per la prima volta in veste orchestrale, grazie all’Orchestra La Corelli diretta da Carmelo Emanuele Patti che cura anche gli arrangiamenti. Nello stesso spazio del Pavaglione il 23 luglio alle 21,30 anche l’ultimo appuntamento di Ravenna Festival: sul palco il chitarrista Mike Stern e la sua band con un repertorio di grande fusion dal rock al jazz.

Grade concerto a Russi di Fatoumata Diawara, attrice e cantautrice mariana che coniuga tradizione musicale africana con il blues e il jazz

 

 

 

 

 

 

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CAT: Musica, Teatro

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